20 Aprile, 2024

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Trail per tutti

Trail per tutti

Negli ultimi anni il numero dei partecipanti ad un evento trail si è fortemente elevato. Che la gara sia di corta o media distanza o addirittura a tappe non è importante. Quello che conta è che molte persone, parecchie nuove anche alla corsa, siano sempre più alla ricerca di forti emozioni e si ritrovino tra sentieri di montagna ed aspre cime. Raccogliere testimonianze aiuta a decifrare il perché del fenomeno trail, e suggerisce al tecnico le sedute migliori da utilizzare in allenamento. Inutile proporre dei mezzi che vanno in contrasto con quello che il trailer ricerca in questa disciplina. Disposizioni eccessivamente rigide ed un uso frequente del cronometro come metro di valutazione degli allenamenti, porterebbe il trailer novizio a perdere quell’idea di libertà iniziale che aveva scorto nel trail. Nicola: “Ho iniziato tardi e subito con strade bianche e sentieri. Sono venuto

presto a sapere che questa non era una devianza del runner moderno ma c’erano altri colpiti dalla stessa patologia. Correre mi trasmette tanta, tanta serenità. La pazienza del programmare per raggiungere un obiettivo, apprezzare la natura a 360 ° accettando le difficoltà sono un’opportunità per crescere…vedere i problemi di tutti i giorni da un’ottica diversa lasciando tutto a valle”.
Florence: “Andare a correre in un bel posto dove mi posso rilassare mentalmente. In gare di trail trovo persone che sono contente di arrivare in fondo senza dover guardare il cronometro…in fondo mi emoziono a vedere la natura in tutte le sue forme e sentirmi parte di tutto questo senza sporcarla.”
Questi due atleti, come altri che leggeremo più avanti, sono rimasti colpiti fin da subito da questa disciplina e pur non avendo un passato da podisti, e poco ne sapevano di allenamento e programmi, hanno deciso che questo era un mondo da scoprire fino in fondo. Come loro, molti altri si sono ritrovati in questo vortice di emozioni. Per chi inizia e vuol provare, vediamo ed analizziamo gli aspetti da prendere in considerazione, su cosa bisogna fare e non, per essere protagonisti del trail senza fare errori e soprattutto senza farsi male.
Lucilla: “Correre piano…camminare con l’aiuto dei bastoncini…ti dà il modo di guardarti attorno…assaporare la vetta che stai cercando di raggiungere ancor prima di conquistarla…fermarti a respirare e guardare alle tue spalle realizzando che sono state le tue gambe, il tuo fiato corto, il tuo cuore pulsante a portarti sin li. La corsa in montagna comporta molti sacrifici, soprattutto per una donna e quando sono in vetta realizzo che le mie imprese sono conquistate con il cuore. Le emozioni che vivi correndo nella natura sono indefinibili…un attimo è il profumo della natura che ti avvolge, l’attimo dopo è una fastidiosissima pietra che si trova proprio sotto il tuo piede. Ogni qual volta che torno da un allenamento o da una gara sono una persona diversa, sono carica pur essendo distrutta, sono forte pur essendo la solita schiappa.”
Maurizio: “…limiti e barriere che di volta in volta cerco di infrangere con l’ausilio di grandi sacrifici, dandomi sempre nuovi obiettivi. Alle soddisfazioni delle performance, si aggiungono le gratificazioni dei traguardi raggiunti e delle sensazioni che ti danno i luoghi in cui corri, i passaggi estremi e i panorami che riesci a scrutare con calma e soddisfazione. Il contatto con la natura, i profumi dei luoghi, e le emozioni legate agli stessi. Tutto ciò con quel pizzico di follia che a volte ti porta oltre le tue reali e provate possibilità.”
Pronti via
Se ti ritrovi a fare trail e ti piace continuare, avrai già scoperto che questo sport ha un impegno cardiorespiratorio e muscolo-scheletrico molto importante, quindi è necessario fare una visita medico sportiva per farsi rilasciare l’idoneità fisica. Questo aspetto non solo permette di partecipare anche ad una gara agonistica, ma mette in sicurezza da eventuali modifiche che il nostro organismo potrebbe aver avuto dopo anni di inattività.
Non improvvisarsi allenatori
Farsi seguire da persone competenti, e sul nostro territorio ce ne sono molte, è sempre la scelta migliore, ma non necessaria. In rete o su riviste specializzate si possono trovare programmi o schede di allenamento di buona fattura. Vanno bene? Solo se vengono applicate ed adattate alle nostre capacità e caratteristiche fisiche. Un programma non può essere uguale per atleti di età diverse, di valore diverso, ma soprattutto con un trascorso differente. Il programma di allenamento deve tener conto principalmente di:

età, peso, altezza;

numero di sedute possibili;

storicità sportiva;

attitudine alla fatica;

capacità di recupero;

carenze e punti forti;

obiettivi

Per raggiungere un obiettivo ci sono molti percorsi, bisogna scegliere uno di essi, ma attenzione: le scorciatoie non pagano mai.
Ambire consapevolmente “Sono le aspettative che deludono l’uomo.” Inserirsi in maniera naturale e graduale nel mondo trail è un modo per non rimanere delusi da una prestazione. Cercare di fare dapprima percorsi brevi in modo tale da prender confidenza con fatica e sensazioni. Evitare di esordire con distanze estreme senza prima conoscere i propri limiti.

Attrezzatura

Se per correre a valle bastano un paio di scarpe e un completino, per il trail serve una determinata attrezzatura che sarà importante curare nei minimi particolari in modo da affrontare tutte le situazioni possibili.

Attenzione

In salita è difficile farsi male ma si fatica tanto, quindi, quando arriva la discesa è importante essere lucidi per non far danni.

Cercare di fare attenzione ai segni che indicano il percorso. In un trail ci si può anche perdere..e non è una bella esperienza…quindi rallentiamo e prestiamo attenzione ai punti dove manca il personale o in cui la visibilità è scarsa.

Esperienza

La gestione di una gara o di un allenamento, diventa sempre più semplice con la conoscenza di se, su come sappiamo ascoltarci. Con il tempo si acquisisce confidenza con i nostri limiti tanto da creare un vero e proprio equilibrio ideale fra corpo e mente. Con l’esperienza si impara anche ad alimentarci e ad idratarci, aspetto imprescindibile nelle gare di endurance.

Yarj: “…sentieri tortuosi in cui buttarti, lasciarsi andare in discesa saltando rocce, rami e superando piccoli corsi d’acqua. Essere lontano da tutto circondato solo dalla natura e dagli animali che la popolano…”

Alessandro: “Tutto è cominciato quando ancora non camminavo, mio nonno, in estate, in sella al suo Galletto mi portava a Mosceta o sul Forato alla scoperta di queste meraviglie che mi hanno segnato per sempre…”
Conclusioni

Gli ingredienti per un’ottima ricetta non sono poi molti e nemmeno difficili da applicare. L’atleta che inizia da zero o che è già sportivo, ma si catapulta solo adesso in questo mondo, non deve accorciare i tempi necessari per prepararsi a dovere. Dovrà costruire una base solida data da corse lunghe lente, corse a ritmo medio, collinari ed uscite in percorsi tecnici al fine di aumentare la capacità di resistere, per poi andare a migliorare il valore delle soglie, interagendo anche con la forza e la velocità. Questo cammino deve essere svolto in maniera graduale, tenendo sempre conto che il giorno di recupero vale quanto una seduta di allenamento. Non c’è cosa più bella di fare sport senza vincoli severi né costrizioni ed il trail in questo è un grande maestro.

Scritto da Massimo Santucci e Daniele Zerini

Pubblicato su Spirito Trail

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