03 Maggio, 2024

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Faccio atletica perché

Faccio atletica perché

atletica 2014_1Alberto Cova, campione olimpico dei 10.000 metri nel 1984 sosteneva che: “L’atletica è uno sport immediato. Lanciare, saltare, correre sono gesti che l’uomo, già fin dai suoi primi passi, compie in modo naturale. E’ uno sport che richiede impegno e fatica, ma attraverso questi gesti si può conoscere meglio se stessi e quindi stare meglio con gli altri. Svolto a livello agonistico, amatoriale o anche solo per la propria salute può contribuire alla crescita di un carattere forte e determinato per affrontare anche le difficoltà della vita quotidiana. Concentrazione, ambizione, capacità di scegliere sono qualità che unite al proprio talento, anche se non sportivo, ai propri punti di forza, vanno allenate per

ottenere importanti traguardi personali.

Naturalmente bisogna essere consapevoli dei propri obiettivi, delle proprie scelte, vivere in modo adeguato i propri pensieri, le proprie sensazioni e le proprie emozioni. Mi piace, però sottolineare che ogni nostro successo, anche il più semplice, nasce sempre prima dentro di noi, nel nostro cuore e nella nostra mente.”

L’atletica comprende corsa, lanci, salti, scatti: tutti gesti che facciamo naturalmente, ma che prendono un significato diverso se contestualizzati in un ambito agonistico.

Per lo più si pratica all’aperto e questo permette di instaurare anche un rapporto particolare con la natura. Consente di prendere confidenza con le diverse potenzialità del proprio corpo, allenando tutti i muscoli  e portando l’apparato respiratorio ad una resa ottimale, migliorando complessivamente la salute fisica generale. Le gare di atletica leggera rappresentano le gare per antonomasia e non a caso viene definita la “Regina” delle Olimpiadi.

L’atletica leggera si compone di varie specialità: corsa di velocità, di resistenza, corsa ad ostacoli, staffetta, salto in alto, salto in lungo, lancio del peso, del giavellotto, del disco, del martello, prove multiple (triathlon, pentathlon e così via). Si può iniziare a praticare la corsa fin dai 6 anni e poi man mano si possono introdurre le altre discipline.

Non ci sono controindicazioni alla pratica dell’atletica leggera, anche se in realtà la struttura psicofisica influisce notevolmente nella specializzazione:

  • Una struttura longilinea è particolarmente adatta alla corsa e al salto
  • Una struttura più robusta è più indicata per il lancio
  • I fisici particolarmente atletici si prestano meglio per il salto, il lancio e le prove multiple.

Queste indicazioni sommarie sono quelle che vengono considerate per la scelta della disciplina atletica per i ragazzi. La specialità viene decisa generalmente dopo i 15 anni, prima i piccoli atleti ricevono un’istruzione polivalente in modo da potenziare tutte le principali capacità muscolari: la forza, la velocità e la resistenza a svolgere per lungo tempo uno sforzo continuativo.

Rispetto ad altri sport, l’atletica si pone meno come gioco e invece presuppone un maggior impegno mentale, oltre che fisico, supportato da una forte determinazione a migliorarsi. E’ una continua esplorazione della propria forza di volontà e di concentrazione, che porterà a migliorare le proprie prestazioni sportive, che sono il frutto di costanza e applicazione.

Se abbiamo tenuto duro nella corsa in tanti allenamenti, poi in gara riusciamo ad ottenere quello che vogliamo. E la gara diventa il momento in cui bisogna dare il meglio di sé, sia a livello fisico che intellettivo. E’ un momento carico di responsabilità e importantissimo per la maturazione della fiducia nelle proprie capacità e nella stima di se stessi.

Proprio la ricerca di questa forza interiore ci spinge ad impegnarci ancora negli allenamenti, perché il successo nell’atletica non arriva mai per caso, ma va sempre costruito, passo dopo passo.

 

Bibliografia:

“A ogni bambino il suo sport” di Evi Crotti e Alberto Magni, RED

“A tutto sport”, Proedi Editore

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