18 Aprile, 2024

Il portale podistico
Per non mollare

Per non mollare

1510504_10151900578142805_144796253_nI momenti più difficili nella vita di un amante della corsa sono: quando ha raggiunto il top della prestazione e incomincia a scendere (l’argomento è già trattato nel sito) quando passa dalla fase di principiante a quella di jogger. Il test del moribondo ha stimolato e indotto a un piano logico di allenamento moltissimi nostri visitatori. La percentuale di chi è riuscito in qualche mese a superare il test è altissima (pochissime le mail di chi ci ha provato, ma ha poi abbandonato), a riprova del fatto che nella definizione la preoccupazione insita nel termine (moribondo) è più che giustificata: chi non supera il test ha grosse lacune

psicologiche (per superare il test occorre comunque alzare la soglia di sofferenza che in molti sedentari è… sotto zero e una determinazione che porta a un impegno di qualche mese) o fisiche (stile di vita errato, fumo, sovrappeso ecc.).

Per chi dopo l’opportuno periodo supera il test abbiamo fissato un secondo obiettivo, piuttosto agonistico: oltre il moribondo.

A differenza del primo punto di riferimento, il secondo obiettivo è decisamente impegnativo da raggiungere e non può essere raggiunto che da runner che si allenano con costanza e impegno. Esula quindi da un discorso semplicemente salutistico, entrando in una sfera agonistica, almeno a livello personale.

Fra i due obiettivi si colloca colui che vuole continuare a usufruire dei benefici salutistici della corsa senza arrivare necessariamente al top fisiologico delle proprie prestazioni. In altri termini, occorre sempre avere presente che:

la salute non si identifica con l’ottenimento della massima prestazione possibile, quanto con il raggiungimento di certi livelli di soglia di funzionalità organica.

È un po’ come il peso: per essere a posto salutisticamente non occorre essere magrissimi, basta avere un IMC inferiore a 22 o una percentuale di grasso corporeo inferiore al 12%.

Un principiante che ha raggiunto la soglia dei 10 km in un’ora può essere veramente demotivato dalla mancanza di obiettivi, se, come è per la maggior parte dei casi, scarta a priori mete agonistiche troppo impegnative. Cosa fare per non mollare?

  1. Capire che senza tempo (inteso come misura della prestazione) non esiste nessuna motivazione. Per cui imparare a ragionare sia in termini di tempo sia in termini di distanza. Del resto il test del moribondo non è altro che un’opportuna accoppiata distanza-tempo.
  2. Variare il tipo di allenamento. Per farlo senza incorrere in grossi errori, è opportuno conoscere almeno i rudimenti della corsa. A differenza del runner che cerca un’armonia assoluta fra gli allenamenti, il jogger può semplicemente usare la varietà per divertirsi e stimolarsi.

Vediamo alcune proposte:

  • 10 km
  • 5 km
  • 3 volte i 1000 m con 3′ di recupero da fermo
  • 10 volte i 400 m con 2′ di recupero da fermo
  • 3 volte i 1000 m con recupero 1000 m corsi lentamente.

Il tutto sempre preceduto da riscaldamento e qualche allungo e/o stretching dolce.

Il consiglio è di inventarsi una decina di sedute di questo tipo (anche a seconda dei percorsi che si hanno a disposizione) e, mentre ci si accultura sui segreti della corsa, studiare i propri allenamenti, verificando se le intuizioni avute nello svolgerli erano coerenti con la teoria dell’allenamento. Lo studio consente di migliorare il proprio grado di esperienza, di trarre piacere dalla conoscenza e di migliorare l’autostima perché si comprende che quello che si sta facendo ha una ragione d’essere profonda, finalizzata al proprio benessere.

Quindi:

  • tempo-distanza
  • varietà
  • studio.

Ricordiamo che senza studio non si può amare veramente ciò che si pratica; nella corsa l’alternativa è l’agonismo fine a sé stesso, effimera fiamma di entusiasmo che dura finché durano i risultati.

About The Author

Il Portale podistico www.salcus.it nasce con l’intento di diffondere le classifiche e le news podistiche sul web. Run is Life. GP Salcus

Related posts