Eccomi ancora qua’ a ricordare il passato come un vecchietto petulante che continua a ripetere le stesse cose, ma aime’ ormai da ex podista il passato e’ sport praticato quello presente e’ solo visto, ma per fare confronti bisogna riesumare gli anni trascorsi. La partenza e’ forse il momento piu’ emozionante di una corsa, ma quanto e’ cambiato nel tempo? Secondo me parecchio, certo il numero dei podisti alle gare e’ notevolmente diminuito questo fa si che tutto sia piu’ calmo e tranquillo ma soprattutto ora sono rimasti i podisti piu’ esperti ed allenati, l’evoluzione della specie, coloro che quasi ogni domenica si allineano allo start delle varie gare molto diligentemente e con una religiosa calma .Cosa accadeva invece Negli anni 70? Certo i giudici di gara non c’erano e nelle piccole gare paesane problemi zero, eravamo per la maggior parte degli sprovveduti perfino nell’abbigliamento. Tutto era molro relativo, ma quando era ora di partire si assisteva ad una marcatura a uomo nessuno voleva perdere un metro e ci si chiedeva da dove e in quale direzione si andasse, perche’ a volte veniva deciso al momento.Erano 10-15 km ma sembrava di assistere alla partenza degli 800 su pista; baricentro avanzato, un piede innanzi all’altro e soprattutto gomiti larghi e la coda del’occhio a scrutare gli avversari.capitava spesso di vedere il paesano che voleva fare bella figura di in casa, di fronte ad amici e parenti e partiva a razzo senza avere la piu’ pallida idea di cosa volesse dire correre per parecchi chilometri, lo trovavi in condizioni tipo Dorando Pietri alla maratona di londra 1908 dopo 700 metri veniva travolto dallo tsunami podistico e alla prima occasione si faceva scarrozzare in macchina all’arrivo e a volte lo trovavi premiato prima di te.Oppure trovavi all’ultimo km il talento naturale, colui che non aveva mai corso in vita sua e magari neanche tanto giovane, vestito con pantaloncini ascellari alla Fantozzi canottiera attillatissima e scarpe tennis tipo antinfortunistiche della Berco, e tu ti chiedevi se non era meglio darsi al golf. Nelle gare “grosse”le cose erano molto diverse, c’erano corse come ad esempio il gp citta’ di Ferrara che si correva al ex mercato ortofrutticolo, dove negli anni d’oro (78-81)c’erano piu’ di tremila persone di cui 800 alla minipodistica, Ci si metteva in fila anche un’ora prima per essere nelle prime file e fra l’odore di canfora e di sudore potevi vedere i campioni che si scaldavano nell’ampio spazio a loro riservato e se arrivavi nei primi 100 (cosa non facile) l’anno dopo potevi esseri li in mezzo a loro, che emozione.Quando si partiva era un’esplosione, migliaia di persone come schegge colorate schizzavano ovunque la concentrazione era tanta che per almeno 500 metri ti sembrava di volare,non ti sentivi le gambe, l’adrenalina ti caricava a molla e si partiva quasi tutti troppo forte,poi alla fine i muscoli presentano il conto e si paga tutto, ecco che allora in questi casi nulla e cambiato e nulla mai cambira’.
DANIELE TREVISI
MI COMMENTO DA SOLO HO DIMENTICATO LA FIRMA
Daniele con questa “ Rubrica” ogni settimana ci fa ricordare esattamente com’erano le corse alla fine degli anni 70 inizio anni 80, penso che come me, molti altri podisti si rivedano come effettivamente eravamo, Daniele in questo racconto ha veramente centrato il momento più emozionante delle gare “la partenza” .
Ringrazio Daniele e invito altri podisti a lasciare il loro commento.
Fabbri Mosè