Eccomi di nuovo con voi dopo una breve pausa passata a rincorre i pochi neuroni che mi sono rimasti migrati per gran freddo dicembrino, ora posso ancora ricordre.Voglio raccontarvi oggi di un personaggio ormai estinto, come la lebbra e il vaiolo.
“il fregone” era una figura piuttosto diffusa nel mondo delle gare podistiche, soprattutto quelle paesane, quando partiva insieme a tutti, lo riconosevi subito, sulla linea di partenza metteva sempre un piede innanzi agli altri allrgava i gomiti, abbassava la testa, ti guardava con fare sospettoso e alla prima curva non esitava a stringerti sui cordoli. Mentre gli correvi a fianco ti chiedeva di che categoria sei?
tu ingenuamente rispondevi in tutta sincerità, e lui di rimando
“allora non siamo della stessa” e magari lo lasciavi andare per poi ritrovarlo 10° di categoria ultimo dei premiati e tu trombato e pollo all’undicesimo.Il fregone era molto addestrato; conosceva a menadito le strade , gli stradelli , gli stradoni e le capezzagne, conosceva perfino le proprità private dove spesso si nascondeva.Si narra (leggenda podistica) che il più famoso dei fregoni una domenica mattina, arrivato anzitempo per imboscarsi in un casale nelle campagne di Valpagliaro dove sarebbe transitata
la corsa,sia stato sorpreso da un uomo che credendolo l’amante della moglie lo ha impallinato.Il fregone lo vedevi anche confondersi nella massa podistica magari al passaggio nelle adiacenze di un porticato qualche km dopo la partenza da dove lui con perfetta strategia militare e camaleontesco mimetismo si era nascosto
fin dalle prime luci del giorno. Il fregone frequentava apposite scuole di taglio dove si insegnava come guadagnare metri preziosi e danneggiare l’avversario con perfetto “mobbing” podistico ,la scomparsa di questa figura nel mondo della corsa è paragonabile all’estinzione dei dinosauri e chissà se scavando lungo un argine fra 2000 anni si troverà qualche sheletro con le Nike.
Daniele Trevisi