Sono trascorsi alcuni giorni dalla staffetta, ma solo ora ho trovato il tempo per un sentito commento all’evento.
Ho vissuto in ” diretta” questa bellissima manifestazione iniziando dalle 16,30, quando è arrivato il presidente della SALCUS con l’immancabile consorte, Beppe con la sua proverbiale calma scende dall’auto e saluta con il solito calore i primi amici e collaboratori, ma viene bonariamente ripreso dalla moglie che con occhio femminile, fa notare quella che secondo lei è una piccola mancanza, e voilà, Beppe disse come Garibaldi al Re:
“obbedisco” e provvede. Nel frattempo Filippo, (un bambino assiduo podista Salcus) che insieme alla famiglia è giunto anzitempo, sfila dal baule dell’auto di papà lo skateboard e “viaggia” sulla piazza in attesa di partire per Castelmassa dove parteciperà insieme alla sorella alla minipodistica.La piazza inizia a colorarsi ed animarsi, arriva l’Avis locale e quella provinciale,poi i podisti che compongono le varie staffette. la famiglia Fabbri è ormai operativa al cento per cento:
Mosè alle iscrizioni, Raffaella alle riprese, Marco alle foto e il povero Alessio che sie è sacrificato per la giusta causa della formazione della staffetta a cui è toccato il compito più faticoso.Sono ormai le 17,30 , fa caldoe si cerca l’ombra, ma il cielo è “minaccioso” alle 18 in punto si parte, ormai chi c’è c’è e chi manca si è perso una grande manifestazione.il cielo è sempre più scuro e ormai tutti abbiamo capito che non la “scamperemo”infatti, Giove e Pluvio hanno infierito non poco sui frazionisti, ma paradossalmente hanno esaltato le riprese fotovideo e ancor di più il magnifico scenario del grande fiume che ci scorreva a fianco come un silenzioso compagno di allenamento.I campanili dei paesi attraversati e quelli che attraverseremo sembrano passato ed il futuro che si mescolano per fare da sfondo ai podisti che stanno correndo.In tutti i paesi attraversati si respira aria di entusiasmo,e vedere l’impegno con il quale i volontari e le varie AVIS locali hanno profuso per rendere possibile tutto ciò mi fa stringere il cuore pensando all’esiguo numero di staffettisti a fronte di una macchina organizzativa tanto perfetta.Il tempo migliora, dopo aver vissuto momenti di indecisione interrogandosi sul “cosa facciamo” proseguiamo o sospendiamo? Buona la prima, e la natura fa il suo corso, chi è più forte vince e così sia, ma c’è anche la regolarità dove l’esperienza e la conocsenza di se stessi è fondamentale.All’arrivo a Castelmassa c’è tanta gente e una bella festa, Paolo Scalabrini e un’altra famiglia”storica” del podismo gli Antoniolli hanno già fatto tutto, manca solo la premiazione della minipodistica. I miniatleti li conosco praticamente tutti, conosco i loro sorrisi e il loro modo di fare, mi commuovo quando Linda ed Elena consegnano il trofeo intitolato alla loro mamma che non c’è più,ma mi sembrava di leggere nei loro occhi la consapevolezza che invece era li a guardarle.Ormai tutti sono arrivati tranne la numero 13, nel frattempo Marco al computer fa le classifiche e da lontano la sagoma di Nicoletta prende forma, e mano mano che si avvicina all’arrivo sale l’incitamento, e il premio per lei, e per chi come lei ha
voluto esserci,sapendo di non essere campione, ma proprio per questo campione è stato.Il successo di questa manifestazione non è da ricercare nei numeri ma nelle persone, e sono convinto che i podisti che come me hanno potuto vedere dalll’interno questa staffetta abbiano avuto l’impressione di essere stati in una grande famiglia.
Daniele Trevisi
Grazie Daniele, sono le persone come te che stimolano noi organizzatori a continuare.
Mosè Fabbri