09 Maggio, 2024

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Domenica a Collina di Forni Avoltri la 48° Tre Rifugi

Domenica a Collina di Forni Avoltri la 48° Tre Rifugi

Grande appuntamento domenica 22 agosto, a Collina di Forni Avoltri, dove si svolgerà la 48^ edizione della “Staffetta Tre Rifugi”, gara internazionale di corsa in montagna di tre elementi per squadra. La gara, che si svolgerà sul classico tracciato transitando presso i tre rifugi da cui prende il nome, è organizzata dall’Unione sportiva Collina, con il patrocinio del Comune di Forni Avoltri, della Comunità Montana della Carnia, della Provincia e della Regione e prenderà il via alle 10 con il primo staffettista, che partendo da Collina raggiungerà il Rifugio Tolazzi per poi salire al Lambertenghi Romanin. Da qui,

 effettuato il cambio, partirà il secondo frazionista che, attraverso il sentiero Spinotti e toccando i 2.350 metri del passo Stella arriverà, dopo diversi saliscendi e con panoramiche mozzafiato, al Rifugio Marinelli dove ad attenderlo ci sarà l’ultimo atleta che in picchiata, lasciando sulla destra la Malga Moraretto e di nuovo attraverso il Rifugio Tolazzi, rientrerà a Collina. Le distanze da coprire sono di 6,5 Km per la prima frazione, 4,5 Km per la seconda e 6,5 Km per la terza e ultima frazione, per un dislivello totale di ben 1.100 metri. La manifestazione, che si conferma ormai da anni come la più importante di questa disciplina non solo in regione, ma anche a livello nazionale, per l’elevato livello tecnico e l’assoluta spettacolarità, avrà come testimonial d’eccezione Alessandro Pittin, bronzo nella combinata nordica ai giochi olimpici invernali di Vancouver. Alla gara, che è inserita nel programma della Sagra di Collina, collaborano diverse associazioni locali e ha il benestare del Comitato provinciale di Udine del Centro sportivo italiano. Tutto naturalmente ruota attorno a un cast eccezionale dove, tra le circa centoventi squadre che parteciperanno, ce ne saranno diverse provenienti dall’estero. Hanno già dato la loro adesione i team della Repubblica Ceca, che schiereranno Roman Skalsky assieme a Richard Pleticha e Lukas Bartak, gli sloveni con Simon Alic, Mitja Kosovelj e Marko Tratnik. E’ evidente che tutti comunque dovranno fare i conti con l’Aldo Moro Paluzza che nel settore maschile schiererà, malgrado la concomitante prova di campionato italiano di Susa, i suoi specialisti più celebrati, tra i quali l’olimpionico Giorgio Di Centa. Dura battaglia assicurano, alimentando uno spettacolo che si ripete dal 1951, anche le compagini del Timaucleulis e del Marathon Trieste. Nel settore femminile ritornerà a Collina il terzetto britannico vincitore della scorsa edizione. Questa volta correranno per il Regno Unito e la gloria della Regina le titolate Mary Wilkinson, Angela Mudge (pluri-campionessa mondiale) ed Helen Fines. Se la dovranno vedere con le slovene detentrici del record della gara, e cioè Mateja Kosovelj, Lucija Krkoc e Aleksandra Fortin. L’Aldo Moro Paluzza, dal canto suo, è decisa a riportarsi al vertice come nel 2008. Brucia nel team del presidente Andrea Di Centa il successo mancato per pochi secondi lo scorso anno e che avrebbe potuto avere il sapore del trionfo se l’eccezionale recupero di Paola Romanin sulle britanniche si fosse completamente realizzato. La stessa Romanin, con Jennifer Senik ed Eleonora Polo, è fresca detentrice del record alla Staffetta delle Vette. Altro terzetto da seguire con attenzione sarà quello dell’Atletica Brugnera, che si è affermato alla Staffetta del Monte Lussari. Passiamo ora ai record e ad alcuni dati statistici della Tre Rifugi che ci possono meglio esprimere la reale portata di questa gara. Sulla salita il miglior tempo di sempre è stato realizzato dal neozelandese Jonathan Wyatt, che lo ha stabilito nel 2006 in 29’11’’. Facendo un po’ di conti è salito alla media di 4’30’’. Jonathan è un talento infinito, pluricampione mondiale di corsa in montagna ma bravo anche nelle corse su strada e in maratona. Ha soffiato il limite a un altro campione del mondo, il veronese Alfonso Vallicella, che nel 1985 aveva raggiunto il Lambertenghi in 29’48’’, primo uomo under 30 minuti. Il record femminile è di Mateja Kosoivelj fissato in 35’34’’ nel 2006. L’atleta della nazionale slovena ha scalzato dal primo posto ben due campionesse olimpiche: Manuela Di Centa e Gabriella Paruzzi. 4’16’’ Il record della frazione di attraversata in quota appartiene a Marco De Gasperi, anche lui pluricampione iridato di corsa in montagna, che l’ha stabilito nel 2007 fermando il cronometro a 24’25’’. Un rapido calcolo ci porta a rilevare che la media di percorrenza chilometrica è di 5’25’’/5’26’’. Questo indica, al di là di ogni commento, le difficoltà di questa tornata. Il record femminile è giovane ed è stato realizzato lo scorso anno dalla britannica Angela Mudge con il tempo di 31’29’’. L’ultima è la frazione di discesa. Dal Rifugio Marinelli si scende repentinamente di 872 metri, 672 dei quali nei 4 chilometri di sentiero, gli altri 200 metri nel tratto asfaltato dal Volaia all’arrivo. Le pendenze in certi casi superano il 25% dove gli atleti sfiorano le cime dei pini e qualche decina di metri più sotto toccano le loro radici. In certi tratti si scende quasi in caduta libera, dove è indispensabile saper mantenere l’equilibrio e determinante la scelta degli appoggi. Il record più stellare è di Marino Jussig, dell’Ana Cividale, che il 21 settembre del 1975, scesce in 15’02’’, tempo mai più sfiorato anche se parzialmente avvicinato. In quella edizione, la 14°, rischiò di abbattere quella barriera, portando avanti le lancette del progresso sportivo di una quarantina d’anni. Marino è tragicamente scomparso qualche anno fa ma ancora oggi la sua impresa fa venire i brividi e quel record, anche se lontano nel tempo, sembra inattaccabile. Tra le donne la palma della migliore spetta senza discussione a Paola Romanin, che ha fissato lo scorso anno il limite a 19’50’’, ma che detiene pure la seconda e terza prestazione di sempre sulla frazione: 19’57’’ e 19’59’’. 5’55’’ Ma quali sono stati gli altri più grandi discesisti alla Tre Rifugi? Sicuramente Enzo Maieron, avvicinatosi ai 16 minuti in tempi nel quale sembrava impossibile, e poi Pierino Eder, della Forestale di Roma, che è stato il primo, nel 1972, a scendere sotto quel muro. 15’59’’ il suo crono in quella occasione. Soltanto altri cinque atleti, da allora, sono sono si sono avventurati sotto questo crocevia che separa una buona prestazione dall’eccellenza. Elio Ferigo, dell’Atletica Interlozzo, è stato il più costante under 16 minuti della Tre Rifugi. Ha corso cinque volte al di sotto, con un record personale di 15’29’’ nel 1993. Gino Caneva, prima alfiere dell’Aldo Moro e poi bandiera dell’Us Collina, ha realizzato il secondo miglior tempo di sempre nel 1990 scendendo in 15’28’’. Si è ripetuto ad altissimo livello in altre tre edizioni. Fulvio Da Pit skyrunner e azzurro dell’Aldo Moro, nel 2003 ha stoppato in crono in 15’49’’, nel 2006 ancora una prova a livello di record conclusa in 15’30’’, e nel 2007 il suo rilevamento è stato di 15’56’’. Piermario Flora, dell’Aldo Moro, si è espresso a -16 in due occasioni. Nel 1991, con 15’57’’ e nel 1997, con 15’58’’. Il record di società appartiene ai padroni di casa dell’Us Collina, che lo stabilirono nell’edizione del 2007 in un fantastico 1 ora 10’48’’ e che sembra attualmente inavvicinabile. Le società che hanno vinto di più, in campo maschile, sono l’Aldo Moro Paluzza, che si è affermata in 20 edizioni; è seguita a debita distanza dal Corpo Forestale di Roma con 7 successi e dall’Atletica Interlozzo con 5. Tra le donne la palma della miglior squadra spetta all’Olindo Piccinato, oggi Atletica Brugnera-Friulintagli, che è transitata per prima sotto il traguardo in otto edizioni. La seconda posizione è occupata dall’Aldo Moro con sei affermazioni, mentre al terzo posto troviamo l’Unione sportiva Ovaro con 4 vittorie. Va detto comunque che le squadre femminili sono state ammesse soltanto dal 1980, prima di allora non erano ritenute idonee a un’impresa così ardita. I limiti impossibili, per ora, in campo maschile sono rappresentati dai -29’ in salita, -24’ nell’attraversata e i -15 in discesa. Nulla però si può dare per scontato perchè alla Tre Rifugi, madre di tutte le staffette, gli specialisti hanno dimostrato, nel corso della sua lunga storia, di essere capaci di imprese memorabili. Esaltati da un pubblico caloroso e a fronte di uno scenario naturale senza uguali, i campioni gettano il cuore oltre l’ostacolo perché quassù, chi vince rimane nella storia. Per sempre.

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