Dopo una settimana, a mente fredda, si posso fare considerazioni più lucide sulla maratona degli europei. Dire che sono dispiaciuto per quanto successo a Barcellona è poco; sono sempre stato troppo abituato all’equazione allenamento uguale risultato quindi anche questa volta, in base al confronto quotidiano che avevo avuto con i miei compagni di squadra negli allenamenti svolti a Livigno, mi sentivo pronto ad una buona prestazione. Invece in gara è andato tutto storto, a parte i primi 4-5 chilometri nei quali abbiamo corso a 3’20” sono sempre stato in apnea, le condizioni climatiche fortemente negative hanno accentuato il mio costo energetico della corsa facendomi finire le energie fisiche e mentali troppo presto nonostante non avessi risposto agli scatti dei migliori cercando di rientrare sui primi sempre in progressione. Ho accettato la sfida da subito perchè avevo già deciso di correre da protagonista e non da comprimario, con un rischio altissimo di fare una mezza figura; ero comunque preparato a tutto questo, infatti nelle dichiarazioni della vigilia mi ero definito una “mina vagante” della gara, con la possibilità di fare tutto o niente. Ho fatto un errore di valutazione grave, credendo di essere in discreta forma e che questa gara sarebbe stata alla mia portata; poteva succedere, ma avrei dovuto correre da comprimario dal primo all’ultimo metro (cosa che non avrei mai fatto) e col senno di poi tutto risulta sempre più facile. La realtà è invece che l’infortunio che mi ha fatto saltare la maratona primaverile e fermato
completamente per 4 settimane in un momento importante della stagione (rottura parziale del tendine inserzionale del flessore sinistro) mi ha penalizzato tantissimo: per non avere ricadute non ho potuto fare mai azioni tecniche e sprint in salita, gli allenamenti lunghi solo da fine maggio; tutto questo coi 39 anni sulle spalle e senza maratone da 2, era chiaro che avrei pagato le uscite lunghe e che la mia corsa fosse tecnicamente brutta e dispendiosa. Questo è stato l’errore, ed è per questo che ho chiesto scusa in tv, è uno sbaglio che non ho mai fatto; ci ho provato lo stesso e con l’impegno di sempre, inseguendo il mio sogno; per fortuna si tratta solo di sport, le cose importanti della vita sono anche altre, come quelle che mi stanno accadendo in questo periodo di riposo e programmazione del futuro, che spero ancora nello sport.Fortunatamente nulla del passato verrà cancellato, voglio ringraziare tutti quelli che in questi giorni mi hanno consolato e incitato come sempre, e grazie ancora a quelli che a Barcellona c’erano davvero…prima e dopo. Ciao e a presto