22 Dicembre, 2024

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Zanardi, vero uomo di sport

Zanardi, vero uomo di sport

Poco più di un anno fa disse in una trasmissione televisiva: “Ci si può drogare di cose buone… E una di queste è certamente lo sport”. E’ apprezzato come atleta ma soprattutto come persona, per la sua incrollabile fede verso la vita, nonostante le avversità. Alex Zanardi non finisce mai di stupire: punta Londra 2012 con buone possibilità di andare a medaglia…Dal mondo dei motori alle 2 ruote il passo è stato breve e per niente traumatico. Alex si diverte e fa sul serio con l’Handbike. Alla prima esperinza in una gara importante come la maratona di New York nel 2007, Zanardi ha colto un sorprendente 4° posto, così ha continuato a coltivare questa nuova passione partecipando a varie manifestazioni per atleti disabili e vincendo tra l’altro la Venice Marathon 2009 nella categoria diversamente abili in carrozzina.Dopo la vittoria alla Milano City Marathon ha speso parole per i più

 giovani: “Spero che questi successi convincano qualche ragazzo disabile ad uscire di casa a riprendere a vivere con lo sport. La vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dà possibilità incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioni”. Un esempio enconiabile.Era uno specialista delle gare ovali, numerose le sue vittorie spettacolari nei suoi anni in America. Poi l’incidente del 15 settembre 2001, in Germania sulla pista Eurospeedway del Lausitzring quando Zanardi era in prima posizione. Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato, di fatto, l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori, con il pilota che stava praticamente per morire dissanguato. Aveva addirittura ricevuto l’estrema unzione dal cappellano. Dato ormai per spacciato, Alex incredibilmente si riprese.La prima volta che il dottor Costa, lo storico medico e suo amico che cura i piloti del Motomondiale, vide Alex sul suo letto di ospedale dopo l’incidente disse: “Questo uomo tornerà a fare tutto quello che faceva prima, camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio”. Così fu. Oggi Alex guida normalmente, tiene in spalla suo figlio, gareggia e, grazie ad alcuni sci speciali, riesce anche a sciare.

Ora alla Gazzetta dello Sport ha espresso tutto il suo amore verso la sua nuova passione: “Da quando l’ho trovata non l’ho più lasciata, scoperto un mondo e persone straordinarie. Come Franco Ballerini: se avevo bisogno di consigli lo chiamavo, mi ha dato la spinta decisiva. E come il mio compagno di squadra di nazionale Podestà. Era campione del mondo, ci incontrammo in un autogrill per caso, quasi litigando per un parcheggio. Vidi l’handbike che aveva sull’auto. Mi disse: provala”.

Ora ha conquistato la maglia tricolore nella categoria Handbike H4 durante la Settimana Tricolore svoltasi a Treviso lo scorso giugno. affaritaliani.it

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