05 Maggio, 2024

Il portale podistico
I binari della corsa

I binari della corsa

Forse non tutti sanno che possiamo disporre di quasi seimila chilometri di percorsi pedonali e ciclabili al di fuori dei centri urbani. Forse non tutti sanno che questi percorsi sono in realtà la rete dismessa delle Ferrovie Italiane, cioè binari da tempo inutilizzati e perciò “bene comune” che potrebbe essere riconvertito in percorsi sportivi. Tutti però sanno, in quanto cittadini italiani, che non è così semplice come appare.Facciamo una piccola digressione storico-geografica: negli Stati Uniti esiste dal 1983 un emendamento al National Trail System Act che introduce il concetto di railbanking, ovvero la salvaguardia dell’integrità e utilizzo delle aree relative a linee ferroviarie

 dismesse. Si tratta di un accordo volontario tra la compagnia ferroviaria e un’organizzazione (pubblica o privata) per utilizzare tale spazio come area verde destinata ad attività sportive; in sostanza nuovi percorsi pedonali e ciclabili utilizzabili anche e soprattutto per il running su strutture già esistenti e inutilizzabili.Sembra incredibile, ma praticamente esiste già tutto, a patto di cedere tali aree in concessione gratuita agli enti beneficiari. Sono ovviamente onere dei beneficiari (attraverso donazioni e sponsorship) le spese per il riutilizzo. In Italia la situazione, sulla “carta”, è simile, con appunto 6.000 km di tratti ferroviari abbandonati (fonte www.ferrovieabbandonate.it) che aspettano da tempo, anche in minima parte, di diventare aree verdi dedicate allo sport. Va anche considerato che, a differenza di altre nazioni, il patrimonio ferroviario italiano è pubblico, con il vantaggio di poter essere alienato più facilmente perché l’interlocutore è unico (l’ente Ferrovie), ma più difficile dal punto di vista pratico viste le “lungaggini” statali.Esiste inoltre un accordo normativo (D.Lgs n.422 del 1997) che modifica il vincolo di reversibilità dallo Stato alle Regioni e successivamente la possibile concessione ai privati. Occorre segnalare che un ulteriore passo avanti è stato fatto con l’introduzione, nella Legge finanziaria in vigore dal primo gennaio 2008, di un fondo di due milioni di euro per l’avvio di un programma di recupero delle linee ferroviarie dismesse (Art. 2 comma 342 e 343 e tabella 4) riferito ad alcune tratte (un totale di quasi 500 km sui 6.000 disponibili, circa l’8%). Si tratta ora di capire se e come sono stati ripartiti e trasferiti questi fondi alle amministrazioni locali (Regioni, Province) e se le stesse hanno avviato gli iter burocratici (appalti). Il percorso potrebbe essere snellito con l’adozione di criteri meno “interventisti” da parte dello Stato, ma più veloci a livello burocratico (può sembrare un paradosso ma si potrebbero chiedere minori contributi economici in cambio di una maggiore velocità nelle attribuzioni, proprio sullo stile delle railbanking che non sono altro che forme di “concessioni in uso” a privati e associazioni).Intanto il tempo passa. Quando, facendo un minimo sforzo d’immaginazione, si potrebbero invece coinvolgere “pool” di associazioni sportive e sponsor non solo per il running, ma anche per tante altre attività sportive.C’è dunque la convinzione che dovremmo fare tutti qualcosa di più per valorizzare, senza snaturare il territorio, risorse già a disposizione, ideali per allenarsi e per organizzare gare anche di lunga distanza (una ultramarathon rail?) senza incidere né sulla viabilità stradale né sulla (scarsa) pazienza dell’utenza automobilistica cittadina.Per ora possiamo solo sperare. E sognare per esempio un training domenicale sulla tratta storica (dismessa) Milano Rogoredo-Locate Triulzi (1862-2007): un’andata e ritorno di 8 km senza doversi spostare con l’auto fuori dal centro urbano. Di tratte come queste, in Italia, ve ne sono un’infinità. Guardatevi attorno.

About The Author

Il Portale podistico www.salcus.it nasce con l’intento di diffondere le classifiche e le news podistiche sul web. Run is Life. GP Salcus

Related posts