28 Aprile, 2024

Il portale podistico
MAXI BLITZ DEI NAS: DOPING NEL CALCIO CICLISMO E ATLETICA

MAXI BLITZ DEI NAS: DOPING NEL CALCIO CICLISMO E ATLETICA

BOLOGNA – Il quadro è quello ormai noto a chi si occupa di questioni di doping. Un vero e proprio sistema `per alterare in maniera fraudolenta le prestazioni agonistiche degli atleti`. Un sistema che, secondo l`accusa è arrivato a influenzare persino partite decisive di calcio in serie B, al centro del quale ci sono un medico, un dirigente e due informatori di una casa farmaceutica attualmente agli arresti domiciliari. Per un infermiere c`è poi l`obbligo di firma, mentre sono 53 gli indagati, tra cui alcuni sportivi professionisti compreso un campione del mondo di pattinaggio in linea, e ci sono più di 500 confezioni di farmaci sequestrati.
L`operazione `Anabolandia` ha impegnato i Carabinieri del Nas di Bologna per

 oltre un anno e in mattinata ha visto realizzare un vero e proprio blitz con 250 militari che hanno compiuto 65 perquisizioni in 17 province italiane in 6 regioni differenti. Al centro della rete il dottor Vittorio Bianchi, 61enne residente e operante a Rimini, già in passato al centro di alcune indagini per lo stesso reato, che è stato fermato a Bologna appena sceso da un volo proveniente da Boston dopo che erano già state perquisite la sua abitazione e il suo studio.
I reati contestati sono associazione a delinquere, falso ideologico, frode sportiva e violazione delle norme antidoping. Al dottor Bianchi si rivolgevano diversi sportivi professionisti o personale tecnico, come il preparatore del Rimini Calcio nella stagione 2008-2009, Walter Chiodi, che avrebbe, secondo l`accusa, sottoposto alcuni atleti, tra cui il difensore Emiliano Milone, ora indagato, a trattamenti farmacologici prima della decisiva sfida dei play-out di serie B contro l`Ancona (senza molto successo, vista la sconfitta costata la retrocessione alla squadra biancorossa).
Oltre agli atleti `di mestiere`, tra i pazienti di Bianchi figuravano però anche molti amatori e addirittura genitori che volevano migliorare il rendimento dei propri figli. Tra i coinvolti c`è anche un padre riminese che aveva affidato al medico i due figli, campioncini del tennis di 15 e 17 anni all`epoca dell`inizio dell`operazione.
Alcuni degli indagati, come il giocatore di basket Mauro Liburdi (nato a Cassino), sono vecchie conoscenze del doping. Il cestista era stato squalificato dalla giustizia sportiva nel 2009, quando vestiva la casacca del Latina, ed è stato sospeso per due anni (fino al 19 novembre 2011) dopo essere risultato positivo ai controlli.
Fondamentale nel sistema di Bianchi era l`apporto delle altre persone come lui costrette agli arresti domiciliari, cioè un 54enne residente in Lombardia e direttore commerciale di una nota azienda farmaceutica, e due informatori farmaceutici della stessa ditta, un bolognese 53enne, e una donna 36enne, originaria della provincia di Ancona.
Il trucco è il solito: ricette false. Il medico riminese le emetteva e i documenti venivano accettati da farmacie compiacenti, almeno cinque o sei, che i dirigenti della casa farmaceutica lombarda rifornivano a prezzo scontato. I responsabili dell`azienda si preoccupavano anche di procurare, a volte direttamente agli atleti, la Omnitrope Pen, uno strumento con cui assumere l`Omnitrope, un farmaco a base di soma tropina, ovvero di ormone della crescita (gh) difficilmente rintracciabile nei test antidoping.
Con l`aiuto di un infermiere, Bianchi assicurava anche la pratica della ossigeno-ozono terapia, un trattamento che è vietato dalla legge 276/2000. Fra gli altri farmaci usati per dopare gli atleti la gonasi per stimolare la produzione di testosterone (l`ormone della forza e del recupero), l`eprex (eritropoietina, per aumentare la produzione di globuli rossi nel sangue e migliorare le prestazioni), il testerone.
A Bianchi si si rivolgevano atleti di diverse discipline: molti ciclisti, calciatori, cestisti, pattinatori, tennisti, culturisti, triatleti e diversi specialisti dell`atletica leggera. Tra questi alcuni militavano, a vario titolo, in squadre delle forze armate e delle fiamme gialle.
E in questa corsa pazza verso il baratro del doping emerge addirittura un ruolo di primo piano di certi genitori che di davano da fare per reperire sostanze dopanti per i figli atleti, anche minorenni, nell`operazione `Anabolandia` dei carabinieri del Nas di Bologna. Nell`ordinanza del Gip di Rimini Sonia Pasini ci sono almeno tre casi di questo tipo.
Uno di questi, secondo gli inquirenti, addirittura `sollecitava` Bianchi a prescrivere ai propri figli stanozololo e gonasi. Un altro chiedeva ed otteneva oltre a questi prodotti anche l`Omnitrope (gh).
Stesso copione nel caso di un ciclista under 23 (allora ventenne) accompagnato dal padre nel giugno 2009 dal medico. Al giovane venne prescritta una terapia dopante a base di Andriol (cioè testosterone), Gonasi e Synachten (ormone che stimola il cortisolo). Su richiesta di padre e figlio poi il medico spiega come e quando assumere i prodotti per evitare di incappare nei controlli, dunque i tempi di sospensione della `cura` per evitare la positività.
E ancora c`è la vicenda del padre che, nel luglio 2009, ha una figlia ciclista professionista, allora ventunenne, e un figlio ciclista amatoriale, allora ventisettenne. Alla figlia sarebbe stata data l`epo, al figlio testosterone. Il padre nei dialoghi con il medico si preoccupava di come nascondere i farmaci prescritti, perché avendo in casa la figlia professionista non voleva rischi. Alla fine decisero di tenere i farmaci fuori all`esterno dell`abitazione.
Nell`inchiesta c`è anche un`atleta master campionessa del mondo dei 400 a ostacoli a cui il medico avrebbe prescritto stanazololo, testovis, andriol, tutti anabolizzanti androgeni, e ormoni della crescita. Il marito, anche lui medico, oltre ad accompagnarla da Bianchi, si sarebbe impegnato per trovare alla moglie dell`ormone della crescita a prezzi contenuti. Nelle intercettazioni emerge anche che il marito ha intenzione di fare seguire anche il figlio di 17 anni, che pratica atletica leggera, da Bianchi.
Nelle maglie dell`inchiesta, tra i tanti atleti che ci sono finiti, anche un azzurro della staffetta 4×100 di atletica leggera (era seguito dal medico e in una conversazione – secondo le indagini – appariva chiaro che la terapia a cui i due facevano riferimento comportava l`assunzione di sostanze dopanti), in forza alle Fiamme Oro, e un campione del mondo di pattinaggio a rotelle detentore di nove record del mondo, a cui sarebbe stato prescritto ormone della crescita con una ricetta a falso nome.
La Federazione Medici sportivi FMSI ha preso subito le distanze. `Il dottor Vittorio Emanuele Bianchi è stato squalificato dalla Commissione di Disciplina della FMSI in data 22 giugno 2005 per sei anni, in seguito a deferimento della Procura Antidoping del CONI. Tale provvedimento, confermato anche dalla Commissione d`Appello della F.M.S.I., si esaurirà il 21 giugno 2011. Pertanto, al momento della contestazione dei fatti ascrittigli dagli inquirenti il dottor Bianchi è ancora sotto squalifica e non potrà ai sensi statutari più essere tesserato alla FMSI`.

dal sito sportpro di Eugenio Capodacqua

About The Author

Il Portale podistico www.salcus.it nasce con l’intento di diffondere le classifiche e le news podistiche sul web. Run is Life. GP Salcus

Related posts