26 Aprile, 2024

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IL MIO PASSATORE

IL MIO PASSATORE

Scritto da Giannantonio Vallese : Sfogliando una rivista specializzata, qualche anno fa, dopo aver corso le prime maratone, ho letto  di una gara che partiva da Firenze e terminava a Faenza: il Passatore. Colpito dal racconto dei partecipanti mi sono  detto che prima o poi l’avrei  provata.  Lo scorso anno ho preso la decisione e mi sono incamminato in questa avventura  affacciandomi  con prudenza e timore al mondo delle ultramaratone. Sono venute la “50 di Romagna” un paio di maratone ed ancora la 50, tutte fatte con l’obiettivo di giungere al mio personale traguardo: portare a termine la mia “corsa regina”.  Sapevo che una volta intrapresa la strada difficilmente sarei tornato indietro  e ho ignorato quei segnali che forse andavano affrontati con maggior raziocinio. Ma cosa c’è di razionale in una corsa di 100 km?
Dopo alcuni mesi filati lisci il corpo comincia a presentare il  conto con una fastidiosa tendinite che ha pesantemente condizionato la mia preparazione.  Lavoro ed impegni sociali e allenamenti richiedono tempo che di fatto  sacrifico alla mia famiglia e me ne scuso. Tra amici e  conoscenti , con cui  parlo di questa mia ambizione,  trovo

persone solidali, sostenitori, preziosi consiglieri e schernitori che forse un po’ mi compatiscono.  Corro il rischio di farmi cogliere da un’ansia da prestazione quasi per  dimostrare la mia determinazione. I mesi passano e le tabelle saltano, la preparazione si deve conformare a tutti gli imprevisti che il quotidiano mi presenta. Trovo però l’appoggio di alcuni amici che poi si rivelerà decisivo per la conclusione del progetto.
Veniamo alla gara: Firenze ci accoglie con un generoso temporale che accompagna gli atleti fino all’uscita dalla citta, la salita a Fiesole regala qualche pausa dal maltempo ma è solo una tregua che dura qualche ora. La corsa è sciolta, piacevole e ancora si sentono allegre e goliardiche battute fra i partecipanti. Verso il 15^ KM mi aggancia Gianni, il mio ciclista di supporto, con cui condividerò ogni metro del restante percorso.  Devo tenere il freno a mano tirato sapendo che la gara vera e propria inizierà a Marradi e così si arriva a Borgo San Lorenzo fra applausi di gente festante.   Da lì a breve inizia la lunga salita che mi porterà al passo della Colla.  Nell’ascesa la temperatura comincia a scendere ed il freddo diventa più insopportabile. È l’inizio delle prime sofferenze. Giunto al passo trovo pronto il cambio degli indumenti e il the caldo e dopo qualche minuto di riposo inizio a scendere. Devo frenare assolutamente perché il ginocchio mi fa male e lo stomaco si è chiuso, saranno disturbi che non mi daranno più tregua. Alterno tratti di corsa e camminata, un po’ avvilito perché ho la sensazione di dover mollare, ma continuo.  A San Cassiano mi si affianca Luca che già mi aveva accompagnato insieme a Giorgio in un buon tratto di a salita, e per altri 15 km sarà il mio apripista. La pioggia ricomincia a scendere ma la temperatura è più gradevole. Sfrutto ogni ristoro per sedermi e scaricare il peso dal ginocchio e tentare di mangiare qualche solido, ma è difficile, ed ogni ripartenza è sempre  dura. Finalmente  Brisighella, mancano 11 km e, accada quel che accada, ma a Faenza ci si arriva. Con la mia corsa zoppicata, supero Errano ed entro a Faenza dove mi riunisco al mio fantastico team, sotto l’arrivo.
A mente fredda posso solo aggiungere le seguenti considerazioni del tutto personali:
Il Passatore non è per forza la tappa dopo la maratona,  è semplicemente una possibilità di provare su te stesso quanti e quali risorse  il tuo corpo ti riserva. Il Passatore inizia programmando la  preparazione e non finisce sotto il traguardo di Faenza. Se non sei Iron Man sappi che dovrai stringere amicizia con  FATICA, DOLORE e SCONFORTO ma non su Facebook. Se avrai la fortuna, come ho avuto io, di appoggiarti a qualche amico, sappi che questo potrà essere determinante per l’arrivo al traguardo.  Avrai molte persone da ringraziare, da chi ti ha accompagnato a chi ti ha consigliato, chi ti ha sostenuto e chi ti ha sopportato: fallo pubblicamente o privatamente ma fallo, perché ognuno ha avuto una parte in questa avventura.

 

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