Col termine anemia si intende la diminuzione dei globuli rossi e dell’emoglobina in essa presente che conferisce al sangue il colore rosso rubino.Il compito dei globuli rossi è quello di trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutto l’organismo e per far questo utilizza l’emoglobina. Quest’ultima, per legare a se l’ossigeno, ha bisogno del ferro che, se viene a mancare o a diminuire, crea problemi all’ossigenazione delle cellule del corpo e di conseguenza apporta meno ossigeno ai muscoli e meno ‘benzina’ hanno i muscoli per lavorare. La diagnosi di anemia viene formulata quando la quantità di emoglobina scende al di sotto di 13 g/dl nell’uomo e di 12 g/dl nella donna. Il corpo produce pochi globuli rossi sani, ne perde troppi o li
distrugge in numero maggiore rispetto a quanti ne produce.
L’anemia da sport può essere causata da:
- Carenza di ferro (malnutrizione)
- Perdite di sangue perdite: gastrointestinali, urinarie e cutanee (sudore)
- Aumento dei globuli rossi all’interno dei capillari per aumentata velocità di circolo
- Compressione meccanica durante la contrazione muscolare
- Trauma vescicale o pelvico
- “Emolisi per impatto del piede”: rottura delle cellule rosse a causa del impatto del piede con il pavimento durante la corsa
I sintomi dell’anemia dell’atleta sono:
- Debolezza, stanchezza
- Pallore
- Irritabilità e difficoltà a concentrarsi
- Piedi e/o mani spesso fredde, e/o formicolioe
- Capogiro e ronzii alle orecchie
- Accelerazione del battito cardiaco a seguito di leggeri sforzi (nei casi gravi)
- Respiro affannoso a seguito di leggeri sforzi (nei casi gravi)
La falsa anemia
E’ opportuno chiarire che in un atleta, non sempre valori inferiori a quelli indicati per l’emoglobina (13 g/dl uomo e di 12 g/dl donna) sono indice di una vera e propria anemia. La cosiddetta «da sport» è, in realtà, un adattamento del nostro organismo all’attività aerobica. Infatti, nello sportivo i livelli di emoglobina sono bassi, perché durante l’esercizio aerobico il volume del sangue aumenta e fa diminuire la concentrazione dei globuli rossi che contengono l’emoglobina.
Diciamo allora che si tratta di una “anemia per diluizione” e raramente nasconde una situazione di reale carenza di ferro e, tanto meno, di anemia.
Gli esami ematochimici da eseguire per controllare un eventuale carenza di ferro sono:
- Emocromo
- Ferritina
- Transferrina
Anemia e dieta
Va subito detto che nei cibi esistono due tipi di ferro:
– il ferro eme delle carni (fegato,manzo,prosciutto, bresaola, pesci, molluschi e crostacei) – il ferro non-eme di origine vegetale (cavoli di Bruxelles, spinaci, cacao, mandorle, fichi secchi e così via.
E’ importante tenere presente che non tutto il ferro assunto con gli alimenti viene assimilato: quindi negli stadi di squilibri o carenze nutrizionali, oltre ad assumere quegli alimenti più ricchi in ferro, consiglia di introdurre anche vitamina di C, vitamina B12 e soprattutto acido folico, queste vitamine fungono da catalizzatori e favoriscono l’assorbimento di ferro.
Scritto da Dott. Francesco Aversano
dal sito www.studioaversano.com