29 Marzo, 2024

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L’importanza del ferro

L’importanza del ferro

DSCN0612_JPGIl ferro è un nutriente essenziale per il benessere del nostro organismo, la sua importanza è riconosciuta dall’uomo sin dall’ antichità, infatti, gli antichi greci somministravano ferro ai soldati feriti perché avevano notato che ciò contribuiva a superare lo stato di debolezza fisica. Il ferro è indispensabile per la fissazione dell’ossigeno sull’emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi il cui compito è quello di trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutto l’organismo. L’ emoglobina per legare a se l’ossigeno utilizza il ferro in essa contenuto, che, se viene a mancare o a diminuire, crea problemi all’ossigenazione delle cellule del corpo e di conseguenza apporta meno ossigeno ai muscoli che hanno meno forza per lavorare. Oltre ad intervenire nella costruzione dell’emoglobina il ferro interviene anche nella

costruzione della mioglobina (forma di riserva dell’ ossigeno nel muscolo), ed entra a far parte di vari enzimi che svolgono ruoli fondamentali in numerose reazioni metaboliche.

Il ferro presente nell’organismo deriva dall’apporto dietetico che consente di mantenere in equilibrio le perdite quotidiane di tale minerale. Le perdite quotidiane di ferro avvengono con la sudorazione, l’urina, le feci, con il ciclo mestruale e l’allattamento nelle donne, con la desquamazione delle cellule intestinali, la compressione meccanica durante la contrazione muscolare, il traumatismo vescicale o pelvico, ed infine negli sportivi vi è una emolisi per impatto del piede sul terreno: rottura delle cellule rosse a causa del impatto del piede con il pavimento durante la corsa.

 In un regime dietetico normale si ha l’assunzione di circa 10-20 mg di ferro al giorno, ma in condizioni fisiologiche normali solo il 5-10% (1-2 mg circa) viene assorbito.

Nei cibi esistono due tipi di ferro:

il ferro eme delle carni (fegato, manzo, prosciutto, bresaola, pesci, molluschi e crostacei)

il ferro non-eme di origine vegetale (cavoli di Bruxelles, spinaci, cacao, mandorle, fichi secchi e così via).

Queste due forme di ferro sono assorbite con meccanismi differenti. L’ assorbimento del ferro emico (carne e pesce) avviene in modo efficiente attraverso siti altamente specifici presenti nella mucosa intestinale e non è sensibile ad inibitori o promotori che influenzano negativamente o positivamente l’assorbimento del ferro. L’assorbimento del ferro non emico invece è molto variabile ed è in funzione della composizione del pasto.

Dopo ogni pasto, infatti, si forma nel lume intestinale un pool di ferro non emico il cui assorbimento è modulato dall’effetto favorevole o sfavorevole di vari fattori.

Tutti i cibi che contengono calcio, tannini (caffè e tè), tuorlo d’ uovo e fitati (crusca), se assunti assieme ai cibi ricchi di ferro non emico riducono l’assorbimento del ferro vegetale, in quanto formano con il ferro dei complessi insolubili che inibiscono l’assimilazione del ferro, è pertanto preferibile assumere questi alimenti lontano dai pasti.

Quindi negli stadi di squilibri o carenze nutrizionali, oltre ad assumere quegli alimenti più ricchi in ferro, si consiglia di introdurre anche vitamina C, vitamina b12 e soprattutto acido folico, queste vitamine fungono da catalizzatori e favoriscono l’assorbimento di ferro.

Dal sito www.studioaversano.com

 

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