01 Maggio, 2024

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Considerazione dell’allenamento

Considerazione dell’allenamento

10314735_10152030045882805_6386000027518075751_nL’allenatore si trova a scegliere i mezzi allenanti da proporre al suo atleta in base al tipo di gara in programma ed alle caratteristiche del soggetto. E’ importante trovare le giuste percentuali di incidenza da poter sviluppare riguardo ogni singola qualità. La storia personale dell’atleta darà utili suggerimenti in quanto da essa si potranno capire meglio le eventuali carenze ed i punti dove ha in misura maggiore lavorato sino ad ora. È utile curare sempre i punti di forza dell’atleta, in quanto sono più facilmente allenabili e anche sul versante del recupero danno maggiori garanzie. In pratica si può ottenere un carico più elevato a parità di fatica. Riguardo agli aspetti di cui il corridore è carente, è fondamentale intervenire, ma cercando di ottimizzare il tutto intervenendo in modo

adeguato. Strutturalmente il podista ha caratteristiche di base e su di esse bisogna intervenire nel rispetto delle reazioni allenanti che ne scaturiscono. Non è certo possibile con l’allenamento cambiare radicalmente determinate caratteristiche, si può solamente cercare la piena esplicazione del valore potenziale.

Nella stesura dei piani programmatici è senz’altro utile valutare la predisposizione mentale dell’atleta verso alcuni tipi di esercizio e soprattutto valutare quale sia la forma più consona di proposizione.

L’accettazione piena del runner nei confronti degli allenamenti proposti è fondamentale, sta alla base della riuscita piena delle sedute in programma.

Il podista deve far suo il concetto che la gara non è altro che il riassunto degli allenamenti svolti. Deve riuscire ad allenarsi privo di timori infondati. L’allenatore sarà attento vigile delle varie fasi della seduta, cercando di dare consigli appropriati e sintetici. Durante la seduta è sufficiente fornire pochi elementi al corridore, sintetici e concreti. Non devono portare a ragionamenti lunghi e complicati che tendono a far deconcentrare l’atleta o dare adito a dubbi. Le considerazioni verranno fatte dopo l’allenamento e il confronto tra allenatore e atleta si farà in quella fase molto produttivo.

Ogni allenamento deve essere allenante, bisogna evitare che alcuni allenamenti siano fortemente stressanti ed altri una scampagnata fra amici. Il giusto sta a metà. Le sedute più dure non devono essere affrontate come una prova d’esame, ma come un passaggio per arrivare a raggiungere il top della condizione. Le sedute di rigenerazione al tempo stesso, devono essere corse con la giusta tranquillità, ma controllando che il ritmo sia quello programmato, pur senza esasperare il controllo, e cercando di ascoltarsi. La fluidità dei movimenti, la massima decontrazione sono qualità che vanno ricercate. E’ necessaria la giusta concentrazione anche quando i ritmi di corsa sono blandi. Il podista deve imparare a conoscersi in modo pieno ed essere leale con il suo tecnico. Deve avere la capacità di trasmettergli le sue sensazioni in maniera comprensibile.

Quando si dice che l’atleta è il miglior allenatore di se stesso, si dice una grande verità poiché il suo tecnico calibra l’allenamento in base agli imput che arrivano dall’atleta stesso. Quindi la maturità del podista e la capacità di mettere in parole le percezioni è basilare per ottenere performance di alto livello. Ovviamente il tecnico si avvarrà di molti altri mezzi per valutare il valore attuale e le caratteristiche del suo allievo. Mi riferisco, oltre alle risultanze degli allenamenti, a vari tipi di test. Ad esempio c’è chi punta molto sull’andamento delle frequenze cardiache e di conseguenza proporrà test che misurino nel dettaglio le frequenze ai vari regimi di corsa. Altri indicano nel test del lattato una rispondenza di nozioni molto elevata. A seconda della concentrazione del lattato ematico si arriva a stabilire tutta la serie di andature da tenere in allenamento e in gara e si arrivano a capire con perfezione i valori da poter mettere in campo.

I valori delle soglie, il massimo consumo di ossigeno, i tempi di riassorbimento del lattato prodotto ed altre informazioni ricercate nei test, danno informazioni di elevata utilità. Se è pur difficile dare un’attendibilità completa ai vari test, perché spesso soggetti a piccole variabili, c’è un dato che è inconfutabile e cioè il raffronto dei valori del solito atleta. Svolgendo test in diversi periodi è possibile capire se si è lavorato bene e servirà a capire con più precisione le lacune e i giusti ritmi da proporre nei vari allenamenti. L’allenamento corretto presuppone una conoscenza piena del corridore, solo nel tempo e con un interscambio continuo di informazioni tra allenatore ed atleta è possibile riuscire ad esaltare a pieno le doti. La fiducia fra essi serve a rendere questo cammino molto più semplice e redditizio.

Scritto da Massimo Santucci

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