02 Maggio, 2024

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Propriocettività nella corsa: perché è importante

Propriocettività nella corsa: perché è importante

La propriocezione viene definita come l’abilità del corpo di trasmettere il senso della posizione indipendentemente dalla vista,10462833_10203543076489333_1638641654515379815_n analizzare l’informazione e reagire allo stimolo con un movimento appropriato. I recettori coinvolti sono i fusi neuromuscolari, i recettori cutanei e delle capsule articolari e gli organi del Golgi. E’ l’insieme di questi recettori ad inviare ai centri nervosi tutte le informazioni sullo stato di tensione di muscoli, legamenti e capsule articolari per effettuare movimenti coordinati e meno faticosi. Ed è il sistema che ne deriva a regolare la postura. Si capisce dunque che una migliore propriocettività è correlata alla prestazione. Il meccanismo che funziona perfettamente in un soggetto sano ovviamente si modifica in

chi ha subìto un trauma. I recettori a livello muscolare e articolare vengono traumatizzati e le sensazioni di tipo propriocettivo vengono alterate. La rete di comunicazione tra sistema nervoso centrale e muscoli va in tilt. Basta pensare a tutti i soggetti con un trauma su uno degli arti che continuano a caricare maggiormente dal lato non traumatizzato proprio perché il sistema propriocettivo si è alterato.
La rieducazione propriocettiva serve a ridare al soggetto la capacità di avvertire come le proprie articolazioni si organizzano in statica e dinamica, per risolvere l’instabilità del sistema data dal trauma.
A dire il vero la propriocezione sarebbe da allenare anche in soggetti che non sono traumatizzati con la finalità di renderli sempre più padroni del proprio corpo e prevenire futuri traumi.
Gli attrezzi più comuni per allenarsi sono le tavolette Freeman, superfici instabili gommose, Bosu e così via, anche se il miglior attrezzo per la propriocettività è indubbiamente il pavimento. Ed è con i piedi sul pavimento che si può effettuare l’esercizio di base, la cicogna: in piedi su una gamba sola bisogna mantenere l’equilibrio per 30 secondi ad occhi aperti. Poi, di nuovo si mantiene la stessa posizione stavolta con gli occhi chiusi.
Quando eliminiamo la vista, a cui spetta il 70% delle informazioni fornite al sistema nervoso centrale sulla posizione che stiamo assumendo, affidiamo ai sensori articolari e muscolari il compito di gestire movimento e gravità. In questo l’esercizio ad occhi chiusi è molto efficace.

Esercizi e ginnastica propriocettiva

Gli esercizi più di facile portata per tutti sono la discesa laterale da un gradino su superficie instabile a occhi chiusi con mani incrociate al petto e gli affondi frontali con l’arto anteriore su un cuscino ad occhi chiusi. Insomma dovremmo imparare, chiudendo gli occhi, a percepire gli stimoli che ci arrivano dall’ambiente esterno, diventandone consapevoli.

La propriocezione cosciente comprende la sensazione di posizione articolare cioè dove l’arto si trova alla fine del movimento e la sensazione del movimento articolare cioè il movimento degli arti nello spazio.
Esiste anche la propriocezione incosciente ad esempio quando si cammina, ci si rende conto dell’ambiente circostante automaticamente senza pensare a come i muscoli si muovono o alla postura.

Per chi corre in particolare dopo un infortunio è necessario ripristinare l’attività propriocettiva; l’uso di un plantare è sconsigliato perché non aiuta la rieducazione dei recettori alla massima efficienza.
Gli esercizi più comuni sfruttano le tavole propriocettive e vanno svolti a piedi nudi, a meno che non si voglia rieducare il piede all’uso di un plantare o di scarpe speciali. Per i runner l’uso della tavoletta può essere in parte sostituito dagli esercizi per i piedi.
Per i runner professionisti bisogna recuperare la “Core Stability“, cioè la presenza dei muscoli addominali e paravertebrali necessari a controllare il movimento della corsa.
Gli esercizi di tecnica di corsa più importanti sono: skip con diversa ampiezza e velocità; esercizi di calciata per migliorare la spinta dei piedi; esercizi di doppio impulso; saltelli su una o entrambe le gambe; segue l’analisi delle fasi che caratterizzano la falcata, l’ampiezza dell’appoggio al suolo, la rullata cioè la fase di spinta dei piedi, e la fase di volo che deve essere la più breve possibile.
In pratica per correre al meglio evitando traumi e pause dall’allenamento bisogna integrare la preparazione agonistica con esercizi di Core Stability, di Propriocettività e di Tecnica di corsa.

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