06 Maggio, 2024

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D-ribosio e ATP: capire perché non servono

D-ribosio e ATP: capire perché non servono

10928889_10152519590857805_9130601974120292918_oUno dei modi più semplici di vendere prodotti inutili che dovrebbero migliorare la prestazione è descrivere al potenziale acquirente come avvengono i processi energetici, facendo intendere ciò che si vuole (in genere un concetto scientificamente errato). Vediamo un esempio. A riposo il nostro corpo produce quantità di ATP sufficiente per espletare tutte le funzioni richieste. L’ATP (adenosintrifosfato) è la molecola in cui è immagazzinata l’energia e che viene utilizzata secondo necessità. Quando si compie uno sforzo intenso, la nostra prestazione può essere limitata dalla mancanza di ATP. Poiché il processo di rigenerazione delle scorte di ATP è sufficientemente lento (72 ore) se noi forniamo una sostanza come il d-ribosio coinvolta in questo processo di ricostruzione siamo in grado di migliorare il recupero e il mantenimento

della prestazione dell’atleta.

 

Geniale! Non c’è nulla di sbagliato scientificamente eppure il d-ribosio è una bufala. Il trucco sta nel non spiegare tutto, lasciando che l’acquirente tragga (arbitrariamente) conclusioni che in realtà non sono vere (si tratta di un esempio di seminformazione).

Smascheriamo l’esempio.

È vero che le scorte si riformano in 72 ore, ma le scorte di ATP sono veramente limitate nel nostro organismo e non sono loro a determinare la maggior cessione di energia. È quest’ultimo fatto che viene taciuto. Infatti è la conversione dei carboidrati, dei grassi e delle proteine che consente di riformare continuamente ATP. Un atleta di 70 kg in una maratona brucia circa 50 kg di ATP che quindi non può essere presente come “scorta” (l’atleta dovrebbe pesare 120 kg!!!). l’ATP si forma:

a) utilizzando un substrato energetico (carboidrati, grassi, proteine) che va distrutto;

b) utilizzando come catalizzatori un discreto numero di sostanze che partecipano alle reazioni e le rendono possibili, ma non vengono distrutte (concetto da tener presente).

Quindi se l’atleta vuole avere a disposizione ATP non deve né ricorrere alle scorte (che gli permetterebbero al massimo di compiere una frazione minima della sua prova) né a tutte quelle sostanze (vitamine del gruppo B, coenzima Q10, ferro, NADH ecc.) che intervengono nelle reazioni senza andare distrutte, ma deve fare in modo da avere sempre a disposizione il carburante.

Quindi:

a) assumere d-ribosio o ATP (negli USA vengono venduti prodotti con ATP in capsule!) è come pensare che per correre una maratona con 30 °C  basti bere una goccia di rugiada.

b) Assumere sostanze coinvolte nei processi energetici come catalizzatori è come sperare di riempire il serbatoio della propria auto facendo benzina a una stazione di servizio vuota (mancano carboidrati, grassi o proteine), ma con decine di benzinai pronti a servirci.

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