27 Aprile, 2024

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L’importanza della respirazione diaframmatica nella corsa

L’importanza della respirazione diaframmatica nella corsa

12079501_1077623328922770_6594294013911783955_nUna delle funzioni vitali del nostro corpo è la respirazione. Con l’atto respiratorio riusciamo ad ossigenare il nostro organismo e ad espellere l’anidrite carbonica. Una respirazione non corretta o disfunzionale può provocare problemi digestivi, stati di ansia e perfino disfunzione del sistema nervoso. L’atto respiratorio può avere un controllo sia volontario che involontario, cioè può essere gestito in automatico dal sistema nervoso oppure controllato in modo cosciente. E’ importante che avvenga una corretta ventilazione al fine di beneficiare al meglio della respirazione. La respirazione può essere di due tipi: toracica e diaframmatica. La prima si svolge quando, durante uno sforzo medio/intenso, è necessario un maggiore apporto di ossigeno nell’organismo. La seconda interviene prevalentemente durante i momenti di quiete.

Ma perché allora la respirazione diaframmatica è importante quando corriamo?

La respirazione regolata dal sistema toracico, grazie all’intervento di muscoli accessori come quelli del collo, favorisce l’allargamento della gabbia toracica e un maggiore afflusso di ossigeno. Ne consegue, però, che i muscoli accessori sono costretti a svolgere un super lavoro, con conseguenti indolenzimenti, dolore al collo e mal di testa. Nel caso di un diaframma poco attivo il respiro diventa quindi disfunzionale.

Per questo motivo è importante imparare ad utilizzare prevalentemente il diaframma e ad effettuare quindi una respirazione addominale. In questo tipo di respirazione, nella fase di inspiro/espiro, l’addome si espande e si ritrae, mentre il torace fa dei minimi movimenti e tutta l’azione si svolge in maniera fluida. Un diaframma rigido, oltre a limitare la respirazione, limita anche la libertà di movimento perché è un muscolo posturale molto importante. La respirazione diaframmatica durante l’attività fisica, è fondamentale per ottimizzare la resa dello sforzo riducendo l’accumulo di acido lattico.

Le persone che non fanno sport, per esempio, hanno spesso il cosiddetto fiatone anche in seguito a sforzi di lieve intensità, a causa di uno scarso allenamento dei muscoli inspiratori. Con un costante allenamento, questi muscoli si abituano a espandere la cavità toracica e abbassare il diaframma, riducendo l’affanno.

Durante la corsa la respirazione dovrebbe avvenire principalmente con il naso e solo parzialmente con la bocca. L’aria che si ingerisce con il naso viene riscaldata e favorisce lo scambio alveolare tra aria e ossigeno, con una ottimale ossigenazione del sangue che può rifornire a sua volta i muscoli di energia. L’aria riscaldata, inoltre, evita raffreddamenti al sistema respiratorio che può provocare infiammazioni o irritazioni. In più, il naso è in grado di filtrare il pulviscolo che, se inspirato con la bocca, può nuocere all’apparato respiratorio.

Fonte fiocchettiosteopata.wordpress.com

Fonte www.deabyday.tv

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