22 Dicembre, 2024

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La (triste) realtà del podismo ferrarese

La (triste) realtà del podismo ferrarese

Domenica 5 marzo o 12 marzo 1989, non ricordo bene la data, ma era la “Camminata della mimosa” di Porotto. Vent’anni fa per merito del rimpianto prof.Claudio Pasquali cominciavo a correre, avevo 11 anni e da allora non ho più smesso.
Corro mediamente 65-70 gare all’anno e penso di essere uno dei podisti ferraresi che in questo lasso di tempo ha partecipato a più gare in calendario, senza contare quelle fatte fuori provincia.
Mi riallaccio alla discussione sull’ “Otto Comuni” per fare queste mie considerazioni.


Purtroppo il nostro movimento sta attraversando un forte calo dovuto prevalentemente ad un ricambio generazionale che non c’è stato e che tuttora pare non avvenire, anzi di giovani ce ne sono sempre di meno e l’età media dei presenti alle gare si innalza sempre di più.
Basta guardare le varie classifiche di un “Trofeo città di Ferrara” o di un “Otto Comuni” per scoprire che nelle categorie sotto i 30 anni i partecipanti si contano sulle dita di una mano, ed alcune categorie sono addirittura estinte.
La stessa Ferraramarathon di quest’anno ha dimostrato che se non dai soldi ai top runner e questi non si presentano al via alle loro spalle c’è il vuoto. Il pur bravo Felloni al quale faccio i complimenti per la vittoria ha ottenuto un tempo che spostato indietro di 20 anni era alla portata di molti altri ferraresi che non credo abbiano mai avuto la possibilità di vincere una gara come ha avuto lui quest’anno.
A livello di minipodistiche i bambini sono sempre di meno e qui il discorso può essere più ampio in quanto i motivi possono essere svariati, dalla sempre maggiore sedentarietà dei bambini di oggi che passano sempre più tempo davanti al computer ed alla tv che non a fare attività motoria, ai genitori che non sono spesso disposti a portare i ragazzi alle gare o al sempre minor volontariato che contribuisce alle attività delle varie società sportive che non sono più attive come un tempo nel praticare sport, qualsiasi esso sia. Una volta bastava un responsabile con un pulmino per portare a correre 8-9 bambini, ora non c’è più nessuno che svolge questo servizio ed è compito dei genitori dover portare i propri figli alle gare. Spesso controvoglia.
Società sportive che ovviamente sono costituite sempre più da un minor numero di persone e che in questi 20 anni si sono ridotte ai minimi termini se non addirittura che hanno chiuso i battenti.
Questa purtroppo è la triste realtà del podismo ferrarese, in quanto basta andare poco distante per scoprire che a Bologna e in Romagna è completamente diverso. Il mese scorso a Fusignano, 50 km da Ferrara, alla minipodistica c’erano 70-80 bambini, solo per fare un esempio, quando alle nostre mini ora partono al massimo in 20.
Ai miei esordi eravamo tanti, ricordo di partenze affollate e di arrivi negli eccetera, e se andiamo a ritroso nel tempo (anni 70-80) stando a quello che ho sempre sentito dire i numeri erano mostruosi. Le gare erano agguerrite, ora prima della partenza si può già stilare la classifica di arrivo che non ci si sbaglia di molto.
Gli stessi adulti nel ferrarese sono sempre meno e come diceva Saverio Fattori nell’ altra discussione non ci sono più i tapascioni. A Ferrara si corre per vincere e per far bella figura (che triste mentalità…), se si va piano è meglio non presentarsi nemmeno e correre per i fatti propri sulle mura.
A dire il vero sempre facendo il paragone con le gare delle province limitrofe da noi i veri camminatori sono sempre stati pochi, a differenza del Bolognese e della Romagna ove si partecipa alle varie gare anche solo come semplici camminatori nel vero senso della parola, magari con il cane al seguito o con il bambino piccolo nel passeggino. E di questo ce ne accorgiamo tutti quando si va a Cento, Pieve di Cento o Molinella, gare più vicine alle quali spesso partecipiamo tutti noi Ferraresi.
Ricordo comunque che quando iniziai con le gare lunghe (attorno al ‘95) e correvo poco sotto i 5′ al km si correva sempre in compagnia e si era parecchio numerosi, anche nelle gare di minor richiamo, ora se un podista corre sopra i 4’30” rischia di correre da solo gran parte della gara e risulta molto desolante.
Sempre più agguerrite sono invece le gare competitive, soprattutto dai veterani che sono sempre più in aumento a discapito dei giovani. Basti pensare che se sul volantino pubblicitario della gara non si scrive che verranno premiati tot atleti alla suddetta gara ci sarà sicuramente la metà dei partecipanti di quelli che ci dovrebbero essere realmente se si corresse esclusivamente per fare sport e per stare insieme e non solo per portare a casa la sportina con dentro anche solo 4 cose di poco conto.
Oggi un organizzatore di una gara è quasi obbligato a farla competitiva se vorrà avere un discreto numero di partenti altrimenti si ritroverà solo con i pochi affezionati e nulla più.
Non parliamo poi del livello femminile che è in caduta libera e scorrendo l’albo d’oro di certe manifestazioni ci accorgiamo che la vincitrice della scorsa edizione è la stessa che aveva vinto 30 (trenta!) anni fa o che a certe gare basta essere una donna per poter venire premiata (basta solo arrivare) quando un uomo si scanna a 3’45”/3’50 km non avendo la certezza di entrare in categoria.
Purtroppo è la triste realtà del podismo ferrarese, ma non mi pare che nemmeno a Rovigo ci si discosti molto, anzi mi pare di aver notato che in Veneto le gare siano ancor più di livello e molto più competitive.
Sono tra gli organizzatori della “Maratonina d’Inverno” e dei quasi mille partecipanti che tutti gli anni si presentano al via delle varie gare oltre il 70% proviene da fuori provincia, nonostante il periodo dell’anno sia dei più brutti per affrontare viaggi lunghi con nebbia e/o ghiaccio sulle strade. La si dovesse organizzare con gli atleti ferraresi avrebbe già chiuso i battenti, cosa che non si può dire di gare della Romagna come Alfonsine, Fusignano o Voltana solo per restare nei paraggi.
D’estate a volte partecipo a gare del calendario Romagnolo che si svolgono di sera e fra settimana. Nel loro calendario arrivano anche a correre tutte le sere in ogni dove della provincia di Ravenna, basti che ci sia un ritrovo presso una sagra, una Festa de l’Unità o un ristorante e fanno una gara. Vado alle più vicine, tipo a Voltana che solo nell’arco di 3 mesi ne organizza 5/6. Sono tutte non competitive ed al via ufficiale siamo sì molto pochi, 20-30 non di più e sempre i soliti noti che ormai ho imparato a conoscere, ma da contorno ci sono almeno un centinaio di camminatori che partono prima. Analogamente e sulla falsa riga di queste ci sono pure la gare della provincia di Bologna del “Challenge con l’Unità”. Da noi tutto questo sarebbe irrealizzabile in quanto i camminatori non esistono. E’ tutta un’altra mentalità, e pur non essendo geograficamente lontani da Ferrara come spirito di aggregazione sono lontani anni luce dal nostro e non mi pare che là da loro ci siano anche solo quelle polemiche che sorgono spesso da noi sul premio di partecipazione che a volte non viene ritenuto adeguato alla spesa di 2 miseri euro. Salvo poi dimenticarsi che chi organizza ha tante spese da affrontare, dai permessi, all’ambulanza e all’allestimento del ristoro o che magari per prendere parte alla gara si fanno 60 km di strada in macchina e non si pensa alla benzina che si spende…Ma pagando 2 euro si ha la pretesa di avere pure qualcosa in cambio di pari valore…E anche per questo sempre più gare stanno saltando per problemi organizzativi e se non ricordo male, da quando corro, non era mai accaduto che il mese di marzo avesse due domeniche senza gare. Anche questo è segno di crisi.
Paolo Callegari

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1 Comment

  1. Andrew93

    Salve a tutti, vorrei rilasciare il mio debol parere: sono entrato quest’anno nella categoria allievi dopo aver trascorso quasi pietosamente un ultimo anno da cadetto. Concordo pienamente con il sig.Paolo, soprattutto sul suo discorso riguardante la poca partecipazione alle gare dovuta ad uno scarso rendimento atletico; vorrei infatti rendere noto(riferendomi al suddetto “pietosamente”) che durante il 2008 si è fatta sentire la mia mancanza di ferro(di cui non ero al corrente) con pessime prestazioni alle minipodistiche: tuttavia, conscio che gli scopi del correre siano quello di divertirsi e di restare in buona salute, ho continuato a partecipare DIVERTENDOMI, pur perdendo da bambini di età strettamente inferore alla mia…Quindi divertitevi, non pensate al piazzamento ma ai benefici che può portare una corsa!

    Iniziando a prendere pastiglie di ferro dopo le analisi del sangue che ne hanno riscontrato una bassissima presenza, ho ricominciato a correre bene e a divertirmi ancora di più.
    Esorto quindi chiunque, se nota un calo improvviso nel rendimento atletico, a fare analisi del sangue per riscontrare eventuali carenze: assicuro a coloro che sono bassi di ferro che assumendolo tramite pastiglie o endovena, mescolato con una giusta quantità di allenamento, può portare delle buone soddisfazioni!
    Chiusa parentesi! Scusate se mi sono dilungato un po’ in quest’argomento ma mi sembrava una cosa veramente importante.
    Un saluto a tutti

    Andrea

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