La val di Fassa si trova tra le maestose Dolomiti, in un paesaggio fantastico fatto di alte cime rocciose e selvagge, popolate di antiche leggende. Ai loro piedi si estendono prati verdi e splendidi boschi costellati di laghi, ruscelli e specchi d’acqua cristallini, in uno scenario che sembra fatto apposta per sognare ad occhi aperti. Sulla porta di casa troverete una rete di centinaia di km di sentieri escursionistici di alta qualità e diversi gradi di difficoltà. Su poco meno di 60 km., nell’arco di una settimana la Traslaval vi porterà a conoscerne una buona parte. Domenica 27 Giugno a Canazei alle ore 17, Massimo Tocchio (nella foto a fiaco arrivo In Sla Rota ad Po 2005) sarà al via della prima tappa di metri 8700. Si parte subito con una gara veramente molto impegnativa! La salita è dura fin dai primi passi, ma è dall’inizio del terzo km. Che il profilo altimetrico s’impenna, per una vera e propria arrampicata lunga circa 1.200 metri che portano a superare quota 1.900 metri. E’ quasi una mini sky-race, con pendenze importanti e panorami mozzafiato in mezzo a montagne incredibili!
Una volta superato il punto più alto, però, una lunga discesa permette di dare alla giornata un volto più umano e divertente. Il giorno successivo a Fontanazzo gara a cronometro di metri 6000 Alle 9:30 inizia a sfilare il lungo serpentone che affronta la cronometro individuale. Sono sei i km. da percorrere, con la partenza e l’arrivo pianeggianti, ma interrotti esattamente a metà da un giro in mezzo ai boschi del Doss dei Pigui dove, nel 1968, furono portati alla luce importanti testimonianze della vita dei Reti, l’antico popolo vissuto in Val di Fassa nel V secolo a.C. eprecursore della lingua ladina. Sul Doss dei Pigui, sulla riva sinistra del Torrente Avisio, di fronte all’abitato di Mazzin, furono ritrovati resti di un’antica fortezza (castelliere), suppellettili in bronzo, strumenti di difesa e monili, oggi custoditi con cura al Museo Ladin de Fascia a Vigo di Fassa. E’, questa, una gara facile, ma che deve essere affrontata con dovuta cautela, in vista della lunga tappa del martedì. Il 29 Giugno si correrà la tappa più lunga metri 16300 con partenza da Soraga, che quest’anno ospita una prova nuova nel suo genere, non tanto per le caratteristiche del percorso quanto per la sua lunghezza. Fortunatamente molti km. vengono affrontati in leggera discesa, dopo che nella prima parte ci si è portati rapidamente in quota. Un percorso vario, per niente noioso, che propone panorami e territori continuamente diversi. Si passerà da boschi fitti a terre rosse ed aride, da strade forestali a mulattiere.Una gara lunga, che renderà ancor più gradito l’arrivo del giorno di riposo. Giovedì 1 Luglio alle ore 9.30 in località Muncion si correrà la penultima tappa di metri 10.500 La tappa collega i paesi di Pera, Pozza e Vigo con un tracciato panoramico che si sviluppa sulle basse pendici del Ciampedìe al limite tra il bosco ed i prati di Sorapoza. Il percorso si presenta con una divertente alternanza di tratti pianeggianti e modeste salite, e serpeggia piacevolmente nelle numerose vallecole che scendono attraverso il bosco. Sarà a Vigo di Fassa che affronteremo una salita terribile per portarci in quota ed affrontare il rientro. Ma il sentiero è spesso ben ombreggiato, e nei punti in cui il cielo si apre tra gli alberi, è possibile godere di splendidi panorami.Venerdì 2 luglio tappone finale in località Passo San Pellegrino partrenza ore 9.30 con 13600 metri da percorrere Il Passo di San Pellegrino, per sua caratteristica, è un passo aperto e non particolarmente difficile da transitare anche in tempi antichi. Acquista importanza a seguito dell’inizio delle crociate, come via più rapida e sicura di collegamento tra il cuore della Germania e Venezia, città di imbarco per la Terra Santa.Nel 1358 alcuni Moenesi istituirono un lascito per edificare un Ospizio, che venne realizzato appena valicato l’allora passo di Aloch. L’ospizio divenne presto albergo sicuro, durante tutto l’anno, per tutti coloro che transitavano per quella via di montagna.
I secoli da allora trascorsero tranquilli , salvo sporadiche questioni per lo sfruttamento dei prati con i vicini Veneti. L’opera dell’uomo creava con pazienza e tenacia un manto erboso adatto al pascolo e un paesaggio montano di rara bellezza e serenità. Per secoli l’ospizio venne condotto dai frati pellegrini, e da essi il valico prese il nome di “Passo di San Pellegrino”.
All’inizio del secolo scorso fecero la loro comparsa al Passo i primi turisti. Ma è solo dopo gli eventi bellici della prima guerra mondiale, grazie al lavoro di recupero fatto dall’associazione “Sul fronte dei ricordi”, che si può parlare di una vera riscoperta del Passo.Venne costruito in quell’epoca il primo skilift, realizzato con piloni di sostegno in legno! A partire dagli anni ’60, grazie alla maggior mobilità del trasporto privato, si ha un continuo sviluppo delle attività turistiche e una costante crescita della qualità di tutti i servizi offerti.Oggi il Passo San Pellegrino è meta di molti turisti soprattutto in inverno. Ma i concorrenti della Traslaval potranno vedere con i loro occhi le bellezze della zona nella stagione estiva.Si potrebbe anche chiamare “tappone dei tre comuni”, visto che partiremo da Passo S. Pellegrino (Moena), per poi dirigerci nella suggestiva conca di Fuciade (Soraga), e risaliremo pure Valfreda, nel territorio di Falcade, prima avventura della storia della Traslaval oltre i confini regionali. Un tappone molto difficile per i continui saliscendi che metteranno a dura prova i muscoli dei partecipanti. Si arriverà al Rifugio Paradiso, al cospetto delle montagne che hanno vissuto la Grande Guerra. Lì, la Traslaval 2010 è finita e Massimo Tocchio Sarà senz’altro uno dei protagonisti della gara