Siamo giunti all’ultimo articolo dedicato alla rubrica “Podisti a Tavola”, riguardante la seconda parte del tema dell’inquinamento alimentare. Come nell’articolo precedente è presente un elenco di alcune sostanze pericolose, con riferimento alla loro natura, caratteristiche chimico-fisiche, eventuali sistemi di prevenzione e precauzione.
1) BPA: bisfenolo A
La notizia. Il bisfenolo A, una sostanza organica presente come additivo specifico in numerose materie plastiche che sono a diretto contatto con il cibo e con l’organismo umano, come ad esempio nella laccatura interna delle lattine di alluminio, nelle otturazioni dentali o nelle tubature dell’acqua, può avere effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale del bambino. L’allarme arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Endocrinology.
La sostanza. Già dal 1936 è noto agli scienziati che il bisfenolo A può essere causa di disturbi del sistema endocrino, ma i ricercatori dell’University of Cincinnati hanno scoperto che questi disturbi hanno effetti negativi sul tessuto cerebrale a dosi sorprendentemente basse. Il bisfenolo A è già stato accusato di favorire lo sviluppo del tumore della mammella e della prostata, ma solo recentemente la comunità scientifica ha lanciato l’allarme per possibili rischi a lungo termine dovuti all’esposizione a bisfenolo A durante la gravidanza. Le molecole di bisfenolo A vengono utilizzate per la sintesi di polimeri plastici e resine largamente utilizzati in molti prodotti di uso quotidiano.
2) PCB (policlorodifenile ) e Diossine:
PCB è l’abbreviazione di policlorobifenili, composti chimici contenenti cloro utilizzati in passato nella sintesi di antiparassitari, erbicidi, preservanti del legno, vernici, solventi, disinfettanti, come plastificanti nella produzione di adesivi e come fluidi dielettrici nei condensatori e nei trasformatori elettrici, ed ancora oggi utilizzati per alcuni processi industriali.
Le diossine possono essere a loro volta “contaminanti” (in tracce) dei PCB: si possono formare durante l’utilizzo dei PCB o essere presenti nel prodotto iniziale. Le diossine si presentano come molecole inodori, resistenti alle alte temperature (800 °C), poco biodegradabili, insolubili in acqua ma solubili nel grasso. Per le loro proprietà sono in grado di persistere a lungo nell’ambiente ed accumularsi nel grasso dell’uomo e degli animali, entrando così nella catena alimentare.
L’uomo può essere esposto in seguito a produzione accidentale della sostanza nel corso di cicli lavorativi industriali e successiva contaminazione degli alimenti, dell’acqua o del latte (contaminazione ambientale).
Il consumo di cibi contaminati da diossine e PCB è la fonte principale di accumulo nel nostro organismo: sia negli animali che nell’uomo, infatti, queste sostanze vengono immagazzinate e trattenute dal tessuto adiposo. Alcune fasce di popolazione, quali neonati lattanti o consumatori di diete ad alto contenuto di grassi nelle zone altamente contaminate dal rilascio ambientale, sono maggiormente esposte ad alti tassi di queste sostanze.
Il rischio può essere variabile in relazione all’origine dell’alimento. La carne, le uova, il latte, i pesci d’acquicoltura possono essere “inquinati” da diossine provenienti dall’alimentazione animale. Tale tipologia di contaminazione può essere legata ad una elevata concentrazione della sostanza nell’ambiente in cui gli animali vivono, o alla presenza, nelle zone in cui gli alimenti per animali vengono raccolti, di inceneritori per rifiuti o di aziende che utilizzano cicli di combustione ad alta temperatura. Altri casi possono essere ricondotti a contaminazioni volute od accidentali ed in particolare legate all’impiego di sottoprodotti di attività industriali nell’alimentazione degli animali (oli esausti, bucce di patata, grassi estratti con solventi, fanghi di depurazione, ecc…)
Le diossine ed i PCB sono sostanze altamente tossiche che provocano innumerevoli disturbi sia all’uomo che alla natura.
Si è dimostrato che tali sostanze possono essere responsabili di processi patologici a carico di diversi organi ed apparati tra cui:
-
cute (cloracne);
-
sistema immunitario (azione immunotossica);
-
sistema riproduttivo (riduzione del numero di spermatozoi, malformazioni genitali, endometriosi);
-
sistema endocrino (maggiore incidenza di diabete);
-
sistema nervoso (disturbi dell’apprendimento).
E’ certo inoltre che l’esposizione alla diossina predispone fortemente le cellule alla trasformazione neoplastica (azione cancerogena).
LA NOVITA’:
Il Centro Interdipartimentale di Ricerca e documentazione sulla Sicurezza Alimentare, istituito presso il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL8 del Piemonte ha lanciato un portale internet (http://www.ceirsa.org/) per la comunicazione di argomenti di sicurezza alimentare a tutti gli interessati. Lo scopo è quello di una comunicazione tempestiva e affidabile sui rischi alimentari, tema molto attuale e estremamente necessario come dimostrano recenti crisi alimentari come l’influenza aviaria, il problema dell’ITX nel latte o il caso della contaminazione da diossina nei mangimi in Belgio. Il progetto nasce nell’ambito del contesto normativo definito dal regolamento 178/2002 e dalle interpretazioni fornite dal Ministero della Salute e dalla Regione Piemonte in relazione alla gestione delle allerte, nelle quali viene individuata la ASL quale primo livello di valutazione del rischio sulla sicurezza e conformità degli alimenti.
Articoli tratti da Ce.I.R.S.A Regione Piemonte
motore di ricerca Google
In attesa di novità vi consiglio di rileggere attentamente l’intera rubrica che trovate sul sito nella sezione Podisti a Tavola e magari per chi fosse interessato ci potremmo accordare per una possibile copia cartacea.
GRAZIE