Tantissime volte ho sentito questo “ritornello”: correre, no! Non lo farò mai, io sono per gli sport brevi ed intensi. Altrettante volte o forse più, ho invece sentito quest’altro: correre fa parte della mia vita, dovessi smettere mi dispiacerebbe troppo.
I motivi per i quali si inizia a correre, specialmente quando non si è più giovanissimi, sono molteplici: per stare con gli amici, per “rimorchiare”, per fare turismo, per la salute, insomma, dopo aver covato l’idea per un po’ di tempo, un giorno ti svegli e dici: “oggi comincio a correre”. Credo che a tutti noi, amanti della corsa, sia successo qualcosa di molto simile a quanto sopra indicato. Una volta imboccata la “via del running”, strada lunga con qualche saliscendi, un po’ di curve ed alcuni traguardi intermedi, si va avanti, avanti, avanti. Purtroppo, però, sulla “via del running” può capitare di incontrare dei semafori che costringono a soste più o meno lunghe.
Questa volta, ho intenzione di aiutarvi a far arrivare un luminoso verde a quel semaforo posto in “via del running” in modo che possiate godere di una delle passioni della vostra vita “la corsa”. Iniziamo ora con l’analizzare i motivi che possono, all’improvviso, aver fatto comparire la luce rossa al semaforo di “via del running”.
L’indigestione.
Correre è un po’ come mangiare la Nutella, si comincia con un cucchiaio e spesso si finisce per mangiarne un barattolo. Se di Nutella ne mangiamo un pò, il nostro fisico ed il nostro spirito ne traggono beneficio, ma se si esagera, addio, arrivano i malesseri. Il parallelismo con la corsa è facilissimo. Correre è in stretta correlazione con benessere psicofisico. Un sedentario pieno di problemi spesso di natura anche psicosomatica, che inizia a correre, dopo un po’ si sente quasi come “l’incredibile Hulk”, con un’unica differenza: “non diventa verde”. Questo esempio, mi serve per affermare un concetto: un “topo” di ufficio, tutto macchina, scrivania, sedia, poltrona e pantofole, dall’aria un po’ malaticcia e depressa può trasformarsi in un soggetto attivo, che non si ammala quasi mai , brillante, pieno di vita, sempre pronto alla battuta, non usando medicine particolari, ma semplicemente cominciando a correre. Moltissimi attuali podisti sono stati “miracolati” della corsa: è vero o no! Una volta imboccata la bellissima e luminosa “via del running” è difficile, fastidioso fare degli stop. C’è il rischio di correre, correre, correre, fino a quando non si incontra il semaforo rosso. Casa voglio dire? Eccovi accontentati, ma sono sicuro che l’avete già capito. Allenamenti troppo intensi e/o troppo prolungati, ma soprattutto partecipare a troppe gare tirando sempre al massimo possono far affievolire la voglia di correre. Il passare da una maratona all’altra o da una mezza maratona ad un’ultra, di continuo, può non creare problemi anche per alcuni anni, ma all’improvviso, può arrivare la luce rossa al semaforo ed essere allora costretti allo stop. La motivazione si affievolisce. Mentre prima era bello sfidare le intemperie per uscire a correre, all’improvviso prende la voglia di starsene al caldo. E’ questo il segnale che bisogna ridurre, ridurre cosa? Sicuramente l’intensità degli allenamenti, e perché no anche la durata. Per un periodo impossibile da definire, sarà bene “tagliare” anche il numero di uscite settimanali. Le due uscite di 30-40’ serviranno a mantenere il contatto con la corsa durante la settimana. Sarà il nostro organismo a darci la sensazione giusta per ricominciare a correre come prima. In caso di “indigestione” da corsa, verificabile anche analizzando i parametri ematici, afferma il fisiologo dello sport dell’Università di Siena Dott. Marco Bonifazi: “e’ inutile mettersi alla prova ogni giorno , basta aver pazienza, sarà l’organismo a dare i segnali giusti per poter riprendere l’attività”. Il mio consiglio è anche quello di mettere le scarpe da corsa “nel ripostiglio” e dedicarsi a sport diversi come ciclismo, nuoto o altro mantenendo il rapporto con la corsa almeno una volta o due volte alla settimana.
Non se ne può più.
Altro problema. La noia. Correndo si instaura un bellissimo rapporto con se stessi, ma la “solitudine “ del corridore può essere fastidiosa e alla lunga, può portare alla voglia di smettere. Tantissimi amici podisti, si allenano in inverno, di buio, da soli. Roba da gente veramente “ tosta”. Porsi un obiettivo preciso, facile da raggiungere a breve scadenza contribuirà a rendere meno noioso l’allenamento. Diversi podisti soffrono anche le prove ripetute. Per questa categoria il pensiero di dover eseguire delle prove cronometrate, spesso li manda in “tilt” la mente e di conseguenza le gambe. In nessuno dei libri che ho letto a tutt’oggi ho trovato scritto” soffrire è obbligatorio”. Quindi chi soffre le ripetute le sostituisca con delle variazioni di ritmo, dei progressivi o corsa su terreno misto. Ma soprattutto chi tende ad annoiarsi cerchi di correre in compagnia. Se il compagno o la compagna di corsa non avranno le sue stesse caratteristiche, niente problema, è preferibile eseguire un tipo di allenamento non proprio su misura, ma correre invece di lasciarsi prendere dalla noia.
Ohi, ohi!!!.
Gli infortuni sono forse la causa più frequente di abbandono della corsa. Purtroppo nel nostro sport sono sempre in agguato. Molto spesso costringono alla sosta. Deve però essere evitato qualsiasi errore nella ripresa. Quale è l’errore più comune? Quasi sempre una ripresa troppo affrettata. Dopo l’infortunio è necessario riprendere con molta gradualità e soprattutto togliersi dalla mente di essere quelli di prima dell’infortunio. Il medico, il fisioterapista, l’allenatore sapranno indicarvi i tempi giusti per il ritorno all’attività podistica normale. Non pensate che siano troppo prudenti o che non vogliano prendersi responsabilità, ascoltateli. Chi non li ascolta spesso, dopo l’infortunio, corre bene uno o due giorni e poi rieccoci, daccapo. Ciò può accadere anche in caso di influenza o di un’altra malattia e non necessariamente si riferisce a infortuni all’apparato locomotore. Una ripresa graduale, consentirà di “bruciare” i tempi del ritorno in forma.
Troppo lavoro.
Moltissimi sono coloro che hanno dovuto cedere agli impegni di lavoro e fermarsi al semaforo rosso di “via del running”. Appena hanno iniziato a riavvertire anche lontanamente la leggera sintomatologia del sedentario, hanno immediatamente ritrovato la forza di mettersi le scarpe da corsa e “via”. In futuro non dovrà più succedere. Chi viaggia basterà che appesantisca un po’ la valigia con un paio di scarpe da corsa e l’abbigliamento da corsa. Basterà che, nella peggiore delle ipotesi, almeno due volte alla settimana, si alzi mezz’ora prima e si vada fare una corsetta, in qualsiasi parte del globo si trovi. Il cardiofrequenzimetro potrà dare un’indicazione sull’andatura da tenere durante l’allenamento. Chi dovesse trovarsi impossibilitato a correre fuori potrà sempre optare per il tappeto-rullante, presente in tutti i centri fitness degli hotel. Se proprio siete pressatissimi cercate di convincere i vostri colleghi di lavoro a fare un passeggiata, sempre meglio che stare fermi. Il vostro “asso nella valigia o del cassetto” sarà però l’elettrostimolatore. Trenta minuti prima di coricarvi, vi potrete “sparare” un bel programma di capillarizzazione che vi consentirà di tenere “pronti” i vostri muscoli. Per voi uomini e donne impegnate, correre è ancora più importante perché rende la mente più “sveglia”. Quindi, se volete, considerate la corsa come parte fondamentale del vostro lavoro, avrete così risolto anche eventuali problemi di coscienza.
Il podista va in letargo.
La primavera è senza dubbio la stagione più stimolante per cominciare a correre. A seguirla è l’estate. Ecco allora che fra marzo e settembre “fioriscono” podisti e podiste. Spesso sono giovani, che un po’ per tenersi in “tiro” , un po’ perché ormai lo fanno tutti, si lanciano nella corsa. Il problema inizia verso ottobre ,novembre. Le giornate sono corte, il freddo, la nebbia , la pioggia, la frase più in voga diventa “ma chi me lo fa fare”. Il podista non va in letargo. Ponetevi dei traguardi come ad esempio correre una maratona a fine autunno o inizio inverno, oppure invece di una maratona, una bella mezza , distanza molto facile da “abbordare”, oppure ancora qualche sfida su una gara breve. Ciò vi consentirà di sentirvi impegnati e di mantenervi sempre in perfetta forma podistica. Dove allenarsi? La corsa si fa dappertutto, ma se proprio nella vostra zona non c’è un posto decente, andate in palestra e correte sul tappeto-rullante. Se smettete di lavorare sempre a notte fonda e dalle vostre parti il clima è orribile correte solo il sabato e la domenica oppure solo la domenica, ma, per favore, non andate in letargo, altrimenti a marzo dovrete riiniziare quasi come se foste dei principianti.
Multisport.
Qualcuno può essere attratto dal podismo come preparazione per un altro sport. Succede spesso che vengono abbandonati altri sport per dedicarsi alla pratica del podismo. Accade anche l’inverso. Nella natura umana i cambiamenti sono normali. Noi sappiamo quali sono gli effetti della corsa e sappiamo come possa essere utile per praticare alcune attività sportive diverse.
Bastano alcuni accorgimenti per rendere la corsa supporto necessario alla pratica di altri sport. Cinzia, grande giocatrice di Golf, ha recentemente corso la maratona di Londra. Ebbene lei mi ha confessato durante una intervista tenutasi in un hotel a Londra che durante il periodo di preparazione alla maratona sono migliorate anche le sue prestazioni sul Green. Ora non voglio dire che per migliorare in tutti gli sport sia necessario preparare una maratona. Sicuramente un paio di uscite alla settimana correndo dai 40’ ai 60‘ con qualche variazione o a ritmo progressivo consentono di stare pronti per approfondire la preparazione di qualche gara podistica e al tempo stesso creare quella base di resistenza utile anche a chi si dedica a sport diversi.
Ora non avete più nessun alibi, dovete solo correre.