20 Aprile, 2024

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La funzionalità del polpaccio

La funzionalità del polpaccio

Il polpaccio è costituito da tre muscoli: i due gemelli (mediale e laterale, che insieme costituiscono il gastrocnemio) e il soleo che scorre sotto ai gemelli e ne esce solo nella parte bassa della gamba. Il terzetto di muscoli costituisce quindi il tricipite surale, che volgarmente viene appunto denominato polpaccio. Tutti e tre i muscoli si inseriscono sul tendine d’Achille.
In altri articoli abbiamo trattato il problema dell’elasticità e dello stretching del tricipite surale. È importante però che il runner sappia valutare la funzionalità del polpaccio, cioè la condizione iniziale su cui inserire gli esercizi che andranno a

 potenziarlo o a elasticizzarlo.
Esiste una profonda differenziazione fisiologica fra gastrocnemio e soleo: quest’ultimo, essendo un muscolo posturale, è formato quasi esclusivamente da fibra rossa, mentre i gemelli hanno una buona percentuale di fibra bianca. Questa distinzione è molto importante per quel che riguarda le contratture da fatica dei muscoli: per il soleo sono i lavori di velocità che possono provocare la contrattura, mentre per i gemelli è più probabile che l’infortunio si presenti dopo un pesante lavoro di resistenza.
A causa di questa differenza fisiologica, è fondamentale per il runner avere un armonico sviluppo del polpaccio. La cosa non è così scontata perché, se nell’allenamento manca l’alternanza di stimoli di velocità e di stimoli di resistenza, si possono avere squilibri muscolari che poi si trasformano in una sequenza infinita di infortuni. Per chi si potenzia in palestra (calf machine), alti carichi e poche ripetizioni allenano i gemelli, mentre bassi carichi e tante ripetizioni allenano il soleo. Per la corsa un’unica strategia di potenziamento sarebbe quindi errata.
Un altro dato importante da rilevare è che un blocco dell’articolazione tibio-tarsica non consente un buon sviluppo dei polpacci. Infatti l’esercizio tipico di molleggio sul gradino (senza o con pesi, come si può eseguire in palestra con le macchine opportune) non può avere una buona escursione se la tibio-tarsica è bloccata. Un semplice test per valutare la mobilità delle proprie caviglie è quello di eseguire uno squat a vuoto: se a fine piegamento sulle gambe i miei talloni si alzano da terra significa che la mobilità articolare è molto bassa.
Un ultimo dato riguarda la funzionalità del soleo. Studi sulla distrofia muscolare hanno usato elettivamente il soleo come muscolo di confronto sull’azione di antiossidanti (vitamina E, tè verde ecc.): se tali antiossidanti hanno avuto azione positiva su muscoli con buona percentuale di fibre bianche, sembrano del tutto inefficaci sul soleo. Ciò si può spiegare con il fatto che la produzione di radicali liberi è così alta in un muscolo di grandi dimensioni e totalmente “rosso” (nelle reazioni aerobiche i radicali vengono prodotti a livello mitocondriale) che le capacità di smaltimento del muscolo non possono essere significativamente migliorate da integrazione alimentare. Da ciò discende l’importanza di eseguire allenamenti duri solo con un soleo perfettamente efficiente.


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