29 Aprile, 2024

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Dolori dello sportivo, facciamo un po di chiarezza

Dolori dello sportivo, facciamo un po di chiarezza

“Ieri mi sono stirato!” oppure” Sono tre giorni che non riesco a smaltire l’acido lattico”.
Per chi pratica in maniera continuativa un’attività sportiva di qualsiasi tipo, la presenza delle sensazioni dolorose è un’esperienza molto frequente per il solo fatto di mettere il proprio corpo di fronte ad un utilizzo massimale o submassimale.
Sarebbe auspicabile che ogni sportivo, dal principiante al professionista evoluto, sviluppasse un certo grado di consapevolezza
circa l’origine e la possibile causa del dolore in modo da sapere quale strategia utilizzare per contrastarlo, evitando di andare dal medico per il normale affaticamento

o di trascurare un ben più importante strappo muscolare.
Il tema del dolore ai tessuti molli è ampio e richiede ordine.
E’ necessario distinguere, in ordine di interesse per lo sportivo tra
-Lesioni e dolori del corpo muscolare
-Lesioni dei tendini
-Lesioni dei legamenti
-Lesioni delle articolazioni
-Lesioni di cute e sottocute
DOLORI E LESIONI DEI MUSCOLI
Dolore muscolare acuto: esso insorge durante e immediatamente dopo lo sforzo e sembra essere causato da un ridotto afflusso di sangue ai muscoli impegnati (ischemia). Esso è direttamente proporzionale all’intensità e alla durata della contrazione muscolare e continua per un minuto anche al termine della contrazione muscolare. Esso è legato oltre al mancato afflusso di sangue, all’accumulo di acido lattico e potassio che stimolano i recettori del dolore. Solo la ripresa del flusso, dovuta alla cessazione dello sforzo permette lo smaltimento delle scorie metaboliche e la diminuzione dello stesso fino alla scomparsa. Qualche esempio: gli ultimi 100 metri di una ripetuta corta al massimo, lo scatto nella parte finale di una gara, gli ultimi metri di un “muro” su una salita in bici, le ultime ripetizioni di una serie con i pesi in palestra.
Crampo: un’anormale, improvvisa , involontaria e transitoria contrazione del muscolo che provoca uno spasmo dello stesso.
Il crampo può avvenire nel sonno, a riposo o durante l’attività fisica.
Tralasciando i primi due casi, esso si presenta per un sovraccarico funzionale del muscolo, ovvero durante attività prolungate e intense, che prevedono abbondante sudorazione, in condizioni climatiche sfavorevoli (temperature troppo alte o troppo basse). Esso è differente dal dolore acuto in quanto entrano in gioco anche altri fattori.
Nei soggetti sani:
-Circolazione locale scarsa per vascolarizzazione insufficiente.
-Posizione innaturale, ovvero mantenuta per lungo periodo, raggiunta in modo troppo veloce, in modo non coordinato o in molti casi, quando il movimento, sebbene fisiologico non è presente nello schema motorio del soggetto (ad esempio allargare a ventaglio le dita dei piedi, un classico esercizio di propriocettività)
-Squilibrio chimico dovuto a stati sudorazione eccessiva o diarrea prolungata che provocano dispersione di sali minerali necessari al corretto ciclo di contrazione rilascio della cellula muscolare (magnesio, calcio, potassio e sodio)
-Fatica, ovvero la somma di fattori come lo squilibrio elettrolitico, l’accumulo di scorie metaboliche e una diminuita reattività del sistema nervoso che non è in grado di trasmettere impulsi coordinati ai muscoli.
Dolore muscolare tardivo.(D.O.M.S.): il grande abbaglio dell’acido lattico. Spesso questo tipo di indolenzimento che compare dalle 24 alle 48 ore dopo lo sforzo fisico viene confuso come accumulo di acido lattico.
In realtà esso è dipendente dal tipo di contrazione effettuata dal muscolo e si manifesta in modo consistente solo in caso di ripetute o intense contrazioni eccentriche, ovvero contrazioni in fase di allungamento del muscolo (ad esempio balzi dal gradone, affondi, corsa in discesa, fase discendente di una trazione alla sbarra). Nei sedentari o nei soggetti sportivi all’inserimento di esercizi nuovi o su gruppi muscolari diversi, il D.O.M.S. può comparire anche per intensità più basse o per contrazioni isotoniche.
I dati rivelano che esso è legato ai prodotti delle microlacerazioni del tessuto connettivo muscolare. L’aumento della presenza di una sostanza chiamata idrossiprolina nelle urine proprio nell’intervallo compreso tra le 24 e 48 ore dopo la fine dello sforzo, nell’apice della sensazione dolorosa, dimostra questa correlazione.
Un tempo ritenuti dannosi e da evitare, attualmente, soprattutto nella pratica del body building, la presenza di questo tipo di dolore è considerata indice di una buona qualità dell’ allenamento svolto.
Inutile caricare sui muscoli in presenza di questo tipo di dolore. Alla loro scomparsa il muscolo avrà supercompensato e sarà pronto per un ulteriore allenamento di qualità.
Per sollievo e per accelerare il recupero, oltre ad una buona idratazione è consigliabile l’esercizio a bassa intensità (recupero attivo) e la corretta pratica dell’allungamento muscolare (blando, progressivo e prolungato).
Nel prossimo articolo: contusione, contrattura e stiramento.
Bibliografia:
Fox, Bowers, Foss “Le basi fisiologiche dell’educazione fisica e dello sport” – Il Pensiero Scientifico Editore
Gallinaro, Peretti, Rinaldi: “Manuale di Ortopedia e Traumatologia” – Mc Graw-Hill

GIOVANNI LAZZARI

CHINESIOLOGO PROFESSIONISTA

di cui alla Legge 4/2013

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